Omicidio Scipilliti, Fabrizio Ceccio e Fortunata Caminiti condanati all’ergastolo

Lo scorso 21 novembre il Pm Antonella Fradà chiese la condanna all’ergastolo per Fabrizio Ceccio e Fortunata Caminiti, a processo per l’omicidio del vigile del fuoco di Roccalumera Roberto Scipilliti, avvenuto il 5 gennaio 2017. La Corte d’assise ha accolto pienamente la richiesta dell’accusa, condannando alla massima pena i due amanti. Ceccio e Caminiti sono accusati dei reati di omicidio premeditato, occultamento di cadavere, detenzione illegale di armi, falsità materiale e sostituzione di persona.

Roberto Scipilliti sparì il 5 gennaio 2017 da Roccalumera. Il suo cadavere fu ritrovato 9 giorni dopo a Rina, una frazione del Comune di Savoca. Durante le indagini dei carabinieri, che cercavano di chiudere il cerchio sulla morte del vigile del fuoco, furono attirati da una Fiat Panda gialla. Alle 15.28 del 5 gennaio, in strade deserte, era l’unica vettura che compì il percorso dove fu rinvenuto il cadavere di Scipilliti per due volte e in senso opposto in 7 minuti. La vettura venne presa a noleggio in un’agenzia di Giarre e restituita tre giorni dopo con chiazze di sangue e una pozza sotto il sedile passeggero.

Inizialmente gli investigatori ipotizzarono che il delitto fosse maturato nell’ambiente delle truffe, a causa di una mancata restituzione di una somma di denaro. Successivamente gli inquirenti seguirono altre piste e si resero conto che probabilmente quell’omicidio non sarebbe avvenuto per una presunta truffa, e si vagliò anche l’ipotesi di una connessione del delitto con l’ambiente delle chat erotiche e degli appuntamenti a pagamento. Ma anche questa ipotesi non venne dimostrata in modo concreto, pertanto, ancora oggi, resta un mistero il movente dell’omicidio.

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