Esplosione centrale idroelettrica, tra le vittime anche un messinese

I morti accertati sono tre, avevano tra i 36 e i 73 anni, anche un 35enne di Sinagra ha perso la vita

L’inferno dell’Appennino bolognese, nella centrale elettrica Enel del lago di Suviana, si è scatenato intorno alle 14:30 di ieri, quando una turbina è esplosa all’ottavo piano sotto lo zero, causando prima un incendio e poi l’allagamento del nono, con crollo di un solaio.

L’esplosione e il successivo crollo hanno travolto almeno 12 tecnici, tutti di ditte esterne (uno era un ex dipendente Enel impiegato come consulente per queste società), che lavoravano alla messa in opera di adeguamenti della centrale. In tre, all’ottavo piano, sono morti sul colpo. Altri sono stati investiti dal soffitto crollato, prima che un tubo refrigerante della turbina allagasse l’ambiente. Quattro persone risultano disperse. Cinque invece sono gravemente ferite e ricoverate negli ospedali di Parma, Cesena, Bologna e Pisa.

Le vittime avevano fra i 36 e i 73 anni

Hanno fra i 35 e i 73 anni le tre vittime identificate nella strage di Suviana. Si tratta di Pavel Petronel Tanase, nato in Romania, di Settimo Torinese (Torino), di 45 anni, Mario Pisano, nato a Taranto e residente a San Marzano di San Giuseppe (Taranto), 73 anni e Vincenzo Franchina, 36 anni, di Sinagra (Messina).

Vincenzo, la vittima più giovane: lascia moglie e figlia di due mesi

“Vincenzo era un bravissimo ragazzo, un anno fa aveva preso la sua valigia e aveva lasciato la sua Sicilia perché voleva lavorare. Faceva l’elettricista e per le vacanze tornava sempre nel suo paese”. A raccontarlo è Emanuele, un amico ed ex collega di Vincenzo Franchina. Vincenzo era originario di Sinagra, in provincia di Messina. “Si era sposato un anno fa e aveva una bambina di due mesi che ora è rimasta senza il suo papa’”, ha aggiunto l’amico.

Vigili del fuoco al lavoro fino a 40 metri sottoterra
Dal momento dell’esplosione sono intervenute dodici squadre dei vigili del fuoco, di cui due di sommozzatori. A queste si aggiungono due squadre specializzate nella ricerca sotto le macerie: operano fino a 40 metri sottoterra, su 70 di profondità della centrale. Sul posto, nella giornata più nera che la storia recente del lavoro italiano ricordi, anche carabinieri, polizia e guardia di finanza.
Ancora da chiarire molti aspetti della dinamica

Pare che prima dell’esplosione si fosse sentito un rumore strano che ha spinto alcuni lavoratori ad allontanarsi. E all’interno della centrale, secondo quanto ha riportato il sindaco di Camugnano Marco Masinara, sarebbero rimasti due feriti lievi, per non abbandonare i colleghi. La tragedia è avvenuta nel giorno del collaudo.

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