Da sei anni non si rinnova la graduatoria per l’emergenza abitativa a Messina

Lo evidenzia il Consigliere comunale Libero Gioveni

“Non può passare sotto traccia il fatto che siano trascorsi quasi 6 anni da quando il Comune di Messina ha varato l’ultimo bando per l’emergenza abitativa, quindi occorre urgentemente focalizzare l’attenzione su un autentico dramma sociale che in città ha raggiunto ormai livelli ragguardevoli”. A pronunciarsi in questi termini è il sottoscritto, consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, che al netto delle vicende legate al Risanamento che come è noto seguono un iter differente e parallelo e avendo in passato presentato anche diverse interrogazioni sul tema, riaccende i riflettori soprattutto dopo il percorso del censimento degli immobili avviato dalla Patrimonio S.p.A.. “Il disagio abitativo – spiega Gioveni – non viene vissuto soltanto da chi risiede in baracca, ma anche da chi, per esempio, abbia subìto uno sfratto esecutivo non per morosità oppure un’ordinanza di sgombero, ovvero abbia contemporaneamente una certificazione di antiigienicità dell’abitazione e un disabile grave all’interno del nucleo familiare. Non posso non evidenziare con amarezza – prosegue il consigliere – che l’ultima graduatoria pubblicata è frutto di un bando del maggio 2018 che peraltro il Comune di Messina dovrebbe varare ogni 2 anni ai sensi di un Regolamento sull’assegnazione degli alloggi popolari approvato dal Consiglio Comunale nel lontano 2012, e oggi siamo ancora a discutere di censimento e di un possibile acquisto di alloggi da destinare all’edilizia residenziale pubblica; azioni queste che, seppur apprezzabili, non hanno dato ancora risposte ai tantissimi aventi diritto. Dal quel maggio 2018 ad oggi infatti – insiste l’esponente di FdI – si sono aggiunte miriadi di casi estremi di disagio abitativo per i quali il Comune, certamente anche a causa delle croniche carenze di alloggi, non ha ancora potuto risolvere. Per non parlare poi di qualche assurdo caso di alloggio già assegnato ma le cui condizioni fatiscenti non consentono di abitarlo e con l’impossibilità del servizio manutenzione immobili comunali ad eseguirne la ristrutturazione per carenza di fondi nell’apposito capitolo di bilancio. Sarebbe pertanto auspicabile – conclude Gioveni con questa formale richiesta – l’istituzione di un tavolo tecnico permanente con Amministrazione, Patrimonio S.p.A., sindacati degli inquilini e altri soggetti utili alla causa che, oltre a valutare i casi più estremi, tracci tempi e linee guida per affrontare quella che, al pari del Risanamento, è ormai diventata un’autentica emergenza sociale”.

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