“La rivoluzione di Crocetta e’ stata forse, per un certo periodo, un’efficace arma dialettica, ma non ho visto nel concreto stravolgimenti tali da far parlare di vera rivoluzione. In questa legislatura ho potuto constatare un evidente divario tra l’annunciato e il compiuto e una tendenza a fare le cose come si sono sempre fatte, anzi a volte, con ingiustificabile approssimazione”. Lo afferma il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, in un intervista pubblicata sul libro “Voragine Sicilia – un viaggio nei segreti dell’Autonomia”, in libreria dal 28 aprile.
“Si sono affrontati i problemi con gli schemi che hanno fallito finora – aggiunge – solo mescolando carte o persone”. A poco piu’ di un anno alla conclusione della legislatura e dell’esperienza di governo, l’esponente della maggioranza contesta: “Rivoluzione e’ una parola pesante e impegnativa che non amo usare con facilita’. Personalmente preferisco la parola innovazione che e’ rinnovamento, miglioramento di qualcosa che c’e’ gia’, oppure la risposta ad un bisogno nuovo. Ecco io credo che la Sicilia abbia piu’ bisogno di innovazione, senza dimenticare – aggiunge – che per Simone Weil la rivoluzione era l’oppio dei popoli. C’e’ un’intensa fabulazione sulla ‘rivoluzione’ oggi in Sicilia, tutti dicono di volerla fare, ma alla fine ha solo un effetto stupefacente, un eccitazione iniziale che si risolve poi in una temporanea illusione”.