Dalla sfiducia alle dimissioni di Consiglio e Giunta. Una proposta che non ha convinto praticamente nessuno, ma che vi raccontiamo per dovere di cronaca. A noi è sembrato un tentativo di “allungare il brodo” per evitare di far crollare tutta la “baracca” attraverso una proposta forse fattibile sul Pianeta Marte, ma non a Messina.
Questa mattina, durante una conferenza stampa a Palazzo Zanca, i consiglieri comunali dell’Intergruppo di Area popolare (Udc e Ncd) hanno comunicato ai giornalisti, le loro intenzioni di chiedere le dimissioni contestuali del Consiglio e della Giunta di Palazzo Zanca. “Abbiamo riflettuto sulle dimissioni dei due consiglieri Sturniolo e lo Presti, ma abbiamo capito che è servita a ben poco – sostiene Mario Rizzo, capogruppo dell’UDC -. In tre anni, solo il 10% del programma del Sindaco è stato realizzato, quando, invece, bisognava realizzarne almeno il 50%. Servirebbe un nuovo slancio istituzionale e ci troviamo senza bilancio”.
L’elenco dei mancati obiettivi raggiunti è lungo: tagli di stipendi e gettoni, il bilancio partecipato, fondo di sostegno, interlocuzione con i governi regionale e nazionale etc.. I consiglieri, sottolineano soprattutto, la mancata realizzazione di una rete che aggreghi soggetti istituzionali, quali Università, CNR, Enti di formazione e la mancata creazione di una ‘Cittadella del Made in Sicily’. Cittadella che dovrebbe essere situata nella zona fieristica o in altra locazione. I consiglieri dell’Intergruppo di Area Popolare sostengono, inoltre, di raccogliere gli stati d’animo della cittadinanza, nel momento in cui chiedono le dimissioni contestuali di tutti.
“Siamo convinti che l’Aula sia la sede opportuna per parlarne -afferma Daniela Faranda, capogruppo dell’Ncd-. La città di Messina è senza bilancio e questo non ci consente di vivere nessun tipo di rilancio. Ci siamo più volte chiesti cosa sia meglio fare e crediamo che anche la Giunta dovrebbe riflettere sul nostro invito. Oggi ci troviamo in una situazione anomala in quanto la geografia politica è cambiata” . Il mancato raggiungimento degli obiettivi, il cambiamento della geografia politica dovrebbe, secondo i consiglieri presenti alla conferenza, far ritornare la cittadinanza alle urne.
“E’ chiaro che ci muoviamo come partito – conclude Franco Mondello – ma non vogliamo far mancare il confronto con le altre parti. Vorremmo sapere come il sindaco intendere chiudere il bilancio di questi 24 mesi. Attualmente, il piano di sviluppo non è stato redatto. Lo chiediamo nell’interesse della città: ritorniamo alle urne”.