Un bagno di folla accompagna la Vara durante tutto il suo percorso

E’ partita puntuale alle 18,30 anche quest’anno, da piazza Castronovo, la Vara messinese. L’enorme “machina votiva” di circa 14 metri di altezza e ben 8 tonnellate di peso, è stata trascinata da centinaia di tiratori aggrappati alle corde lunghe 120 metri. Attorno alla base, poggiati ad un reticolo di stanghe a crociera, vogatori e timonieri ne dirigono il percorso di volta in volta correggendo eventuali sbandamenti del carro. Il nome Vara è spesso alternato a quello di Bara, tale essendo la teca che contiene il corpo esangue della Madonna, posto nel piano di base della struttura.

La Vara si muove per trascinamento attraverso una enorme slitta che scivola sul selciato reso bagnato da diverse autobotti. Fino al primo decennio del dopoguerra gli angioletti della vara erano impersonati da bambini (spesso orfani degli istituti messinesi) mentre la Madonna in cima alla Vara era una ragazza scelta per sorteggio. A seguito dei numerosi incidenti che alcune volte sfioravano autentiche disgrazie si è provveduto, a metà ‘800, di diminuire l’altezza della Vara e sostituire i personaggi con figure di cartapesta. Dopo il primo “strappo”, le forze dell’ordine hanno dovuto provvedere a far uscire tante persone non autorizzate, che si trovavano pericolosamente all’interno delle corde e che quest’anno erano davvero tantissime.

La tappa all’incrocio con il torrente Boccetta è servita per un momento di riflessione e preghiera di Mons. Vincenzo D’Arrigo, storico presidente del vecchio Comitato Vara, che ha ricordato le giovani vittime della strada, il giornalista Mino Licordari ed ha bacchettato le istituzioni, invitandole a gestire al meglio una città disastrata come Messina. Nonostante il cambio del Prefetto, nessun esponente del palazzo del Governo ha voluto porgere i saluti all’Amministrazione. Non si assottiglia, quindi, la distanza tra prefettura e sindaco. Poi il momento più “tecnico” e tanto atteso da tutti i messinesi: la “girata” tra la via Garibaldi e la via Primo Settembre. La difficile manovra è stata effettuata in modo perfetto. Ultima sosta ed infine ultimo “strappo” fino a piazza Duomo, dove si è svolto il tradizionale taglio delle corde e la benedizione di Mons. Benigno Papa.

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