Tre fratelli incensurati coltivavano 400 piante di cannabis nella zona sud di Messina

Nel corso di un prolungato servizio di perlustrazione e rastrellamento di una vasta area impervia, caratterizzata da una difficile percorribilità e dalla fitta vegetazione, posta nella zona montana insistente tra i villaggi di Pezzolo e Altolia, i militari del Nucleo Operativo di Messina Sud, insieme ad alcune squadre di carabinieri “Cacciatori” hanno scoperto una consistente piantagione di cannabis indica, strutturata su due terrazzamenti e attrezzata con sistema di irrigazione costituito da un tubo idraulico, steso lungo il terreno coltivato e collegato ad una vasca idrica, a sua volta realizzata a ridosso di un adiacente corso d’acqua. Poco distante, vi era un ovile.

I terrazzamenti si presentavano ben coltivati e puliti da erbacce con il terreno ancora umido mentre tutta l’area era stata recintata per impedire l’accesso al bestiame. I carabinieri hanno quindi immediatamente predisposto ed avviato un servizio di appostamento teso a sorprendere chi si sarebbe recato nuovamente ad irrigare le piante rinvenute, effettuato dai carabinieri “Cacciatori” mediante avanzate tecniche di osservazione occulta. Questa attività, che si è protratta per tutta la notte, alle prime luci dell’alba ha finalmente dato i suoi frutti. Infatti sono stati sorpresi tre fratelli Antonino Foti di 44 anni, Carmelo Foti di 37 anni e Pietro Foti di 41 anni, entrare nella piantagione, dopo aver precedentemente fatto tappa al vicino ovile.

L’intervento dei carabinieri, usciti dalle loro posizioni nascoste, è stato fulmineo. In quel frangente, i tre fratelli – non avendo immediatamente compreso che si trattasse di carabinieri e pensando che quelle persone in tuta mimetica avessero l’intenzione di rubare le preziose piante – hanno cominciato a tirare dei sassi al loro indirizzo per farli andare via. I militari si sono qualificati ed hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato per produzione e traffico di sostanze stupefacenti.

Un accurato sopralluogo ha permesso poi di verificare che nell’area adibita alla coltivazione erano presenti quasi 400 piante di cannabis indica, tutte alte tra i 150 e i 170 centimetri, che avrebbero permesso di immettere sul mercato una quantità di marijuana corrispondente ad un valore di svariate centinaia di migliaia di euro. Tutte le piante rinvenute sono state estirpate e sottoposte a sequestro, per i successivi esami di laboratorio. Gli arrestati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, in attesa della celebrazione del rito direttissimo, che avrà luogo nella mattinata di venerdì 4 agosto 2017.

 

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