“La Traviata delle Camelie”, poco pungente la satira Vergassoliana

Ci si aspettava più divertimento da questo spettacolo tragico-comico. Se convincono la lettura “classica” di David Riondino e la straordinaria voce del soprano cinese Beibei Li , non pungono e non convincono pienamente le incursioni di disturbo del comico ligure Dario Vergassola. Battute scontate e poco accolte dal pubblico ben al di sotto della satira che lo ha sempre distinto in tv e soprattutto nel programma “Parla con me” con la Dandini.

Lo spettacolo si articola come un viaggio tra le musiche e de “La Traviata” di Verdi e le trame tragico-romantiche del classico di Dumas, “La Dama delle Camelie”, sull’interazione tra i due artisti. Riondino è il fine dicitore, ovvero l’attore “serio” impegnato a divulgare la vera storia di Marguerite Gautier, la cortigiana più bella di Parigi, nota anche come la “signora delle camelie”,

mentre Vergassola, l’incredulo spettatore di tanta vicenda, spesso interrompe il racconto per accostare alla trama originale alcune storie o vicende recenti del Bel Paese, con qualche battuta divertente sui clichè Renzi, Berlusconi, Equitalia, definendo spesso la protagonista della narrazione una zoccolona.

Non mancano però i siparietti divertenti “contro” il povero “bonghista” dell’Orchestra del Vittorio Emanuele e la corista cinese, colpevole di “rubare” il lavoro agli italiani. L’aspetto serio e divulgativo in cui viene affrontato il tema della prostituzione, rendono la narrazione il momento indubbiamente più serio ed interessante, per merito del coinvolgente Riondino nel raccontare l’appassionante vicenda di un classico che forse qualche spettatore presente non hai mai letto.

Sul palco assieme ai due mattatori, la bravissima soprano cinese Beibei Li, intona egregiamente le famose arie dell’opera verdiana, accompagnata da Fabio Battistelli, al clarinetto, e Riviera Lazeri, al violoncello, assieme all’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, diretta per l’occasione da Augusto Vismara.

Un esperimento che poteva e doveva osare di più, ma che tuttavia lascia alla platea la piacevolezza di aver scoperto o riscoperto un grande classico dandy della letteratura francese e mondiale.

Repliche sino a venerdi 11 marzo.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

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