“Tracce di Memoria”, laboratorio teatrale diretto dal regista Mamadou Dioume

Entra nel vivo la fase di ricerca storica sul campo nell’ambito del progetto turistico culturale “Tracce di Memoria” ideato dall’associazione culturale giarrese ArchiDrama, ente promotore insieme al comune di Montalbano Elicona, l’Associazione culturale montalbanese L’Aurora, realizzato anche in collaborazione con il Club I Borghi più belli d’Italia. I ricercatori sociali hanno già avviato il lavoro sul territorio, con la raccolta e la rielaborazione di materiale fotografico, testuale. Si tratta di un’importante fase del progetto, avviato lo scorso agosto con il primo laboratorio teatrale residenziale, curato dal regista e pedagogo senegalese Mamadou Dioume. Venti i ragazzi, provenienti da tutta Italia, che la scorsa estate hanno raggiunto il borgo e hanno partecipato attivamente al laboratorio, svoltosi nella splendida cornice del Castello Svevo Aragonese.

“Il primo passo concreto verso la realizzazione del progetto Tracce di Memoria è stato fatto – dice con soddisfazione Alfio Zappalà, presidente dell’associazione Archidrama – La nostra prima traccia è stata segnata. Il lavoro di squadra svolto in questi lunghi mesi di preparazione ha dato i suoi primi frutti”. Soddisfatto per l’avvio del progetto e per la realizzazione del primo laboratorio, anche il regista Mamadou Dioume. “L’avvio del progetto Tracce di Memoria è stato come partorire un bambino portatore di speranze – spiega il regista – Ha permesso l’incontro delle ricchezze e delle differenze che ciascuno di noi porta in sé. Trovare la disponibilità della gente di Montalbano e vederla partecipe, disponibile ed entusiasta dall’evento non può che incoraggiarci e spingerci ad andare avanti. Quanto al primo laboratorio – racconta Mamadou Dioume – sono stati fondamentali per i partecipanti il rigore, l’apertura, la disponibilità, il saper allontanarsi dal proprio quotidiano ed il voler scoprire l’ignoto. Sono speranzoso, visto l’entusiasmo e la generosità mostrati dalla maggior parte del gruppo e la loro capacità di apprendere e trasmettere le fondamenta dell’evento. Ora proseguiamo, scaviamo, per continuare ad “andare alla ricerca dell’impossibile”, per citare Antonin Artaud. La cultura – conclude l’artista – ha bisogno di ritrovare le sue lettere di nobiltà ed i terreni fertili sono i benvenuti in quest’avventura eccitante e affascinante.”

 

 

 

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