Il fratello del giovane messinese morto sui binari afferma che quel video sia “un testamento”
“Io guardo il segnale, appena vi dico via… uscite da quella parte”. Sono le 23;30 di mercoledì 30 agosto, Antonio Massa, il capo scorta di Rfi, ha appena parlato con la sala controllo di Chivasso che non gli ha dato il “nulla osta” per far iniziare i lavori sul binario 1 della stazione di Brandizzo.
Ed è per questo che nel video girato da Kevin Laganà – il più giovane delle cinque vittime – si sente la voce, che sembra essere del tecnico manutentore, raccomandarsi di abbandonare immediatamente i binari al suo segnale perché sarebbero passati altri treni.
“Quel video per me ha il valore di un testamento. È come se mio fratello abbia voluto farsi giustizia da sé”. A parlare al Corriere della Sera è Antonino, il fratello maggiore di Kevin Laganà, il più giovane degli operai morti nell’incidente ferroviario di Brandizzo. Anche lui lavora per la Sigifer, la stessa azienda di Kevin. Per questo motivo è stato convocato dalla procura di Ivrea per capire se aprire un cantiere prima di aver bloccato la circolazione dei treni sia una eccezione o una consuetudine: “Dirò la verità, come ho sempre fatto”.
Operai senza specializzazione? Nella squadra travolta dal treno sembrerebbe – secondo gli investigatori – che quattro fossero degli operai comuni e non avrebbero potuto dunque essere mandati a lavorare sui binari della ferrovia di Brandizzo. Un cantiere ad alta specializzazione che richiedeva la presenza di addetti con determinate qualifiche. Alla Sigifer secondo le prime verifiche quasi tutti i lavoratori avrebbero la qualifica di operai comuni. Solo 18 sono operai qualificati, quelli specializzati sarebbero invece 35. “Questo vuol dire che hanno il livello più basso – spiega a “La Stampa” Claudio Papa, segretario generale della Feneal Uil Torino – invece sono chiamati a svolgere mansioni per cui non si può essere operai comuni”.