Rinchiusero nella stiva migranti senza cibo e acqua e cinque morirono, arrestati scafisti egiziani

Nell’immediatezza dei fatti, cinque furono sottoposti a fermo, adesso quattro sono stati rinchiusi in carcere

Hanno sottoposto i migranti a “trattamento inumano e degradante“, rinchiudendoli nella stiva privandoli di cibo e acqua esponendoli a temperature elevate. Cinque migranti morirono e oggi la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato ha arrestato quattro scafisti egiziani.

I fatti risalgono al 24 luglio dello scorso anno, giorno in cui due motovedette della Guardia Costiera giunsero al porto di Messina con a bordo 5 cadaveri e 179 migranti soccorsi in acque internazionali. In quella operazione furono tratti in salvo circa 600 extracomunitari, poi suddivisi tra le città di Messina, Siracusa e Catania.

Terminate le operazioni di accoglienza, gli investigatori della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza, avviarono le indagini per l’individuazione degli scafisti. Sono stati ascoltati diversi migranti che hanno dichiarato di aver pagato circa 3000 euro cadauno per il viaggio.

Gli extracomunitari hanno raccontato di violenze subite a bordo, di percosse con bastoni o cinghie, di razionamenti estremi dell’acqua da bere. Hanno, inoltre, descritto la morte di alcuni compagni di viaggio a causa del caldo e della disidratazione.

Sulla base degli elementi raccolti, cinque egiziani, furono sottoposti a fermo di polizia giudiziaria per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Dopo ulteriori approfondimenti, la Magistratura ha deciso si emettere la misura cautelare in carcere per quattro dei cinque scafisti adesso accusati anche per il più grave reato di omicidio aggravato dall’aver agito con crudeltà verso le persone. 

 

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