A piazza Municipio è partita la campagna referendaria in difesa della Costituzione Italiana. Due referendum abrogativi contro la legge elettorale ‘Italicum’ e quello per rigettare la riforma della costituzione e del Senato, tutte volute dal premier Renzi e portate avanti dal ministro Boschi. In particolare si chiede ai cittadini di firmare per annullare la riforma costituzionale con un senato di nominati con l’immunità, e, nelle elezioni alla camera, per eliminare i capilista designati dai partiti, eletti senza preferenze, e l’abnorme premio di maggioranza assegnato ad un solo partito senza soglia.
I cittadini potranno firmare ai banchetti che si terranno in città con la partecipazione dei consiglieri comunali Nina Lo Presti e Gino Sturniolo. Il prossimo appuntamento sabato 30 Aprile dalle 17 alle 19 a Piazza Cairoli. Si potranno sottoscrivere i referendum anche presso l’ufficio elettorale del comune di Messina, al piano terra del Palazzo del Municipio, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, martedì e giovedì anche dalle 15,00 alle 16,30.
“Dopo che la Corte Costituzionale ha bocciato il Porcellum – sostiene Marco Oriolesi, del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Messina – questa riforma è solo il tentativo da parte dei partiti di darci un contentino, come abolizione del Cnel e lieve riduzione del numero dei parlamentari, mentre in realtà salvaguardano solo se stessi, le loro poltrone ed il potere di scegliere i parlamentari al chiuso delle segreterie politiche. Grazie al meccanismo dei capolista garantiti ed alla moltiplicazione dei collegi, ancora una volta ci privano, di fatto, del diritto di eleggere con il voto di preferenza i nostri rappresentanti in parlamento”.
“L’intento oltre la raccolta delle firme – dichiara Maurizio Rella – è di informare sui contenuti dei referendum, rimarcare il significato e l’importanza dell’istituto referendario come forma di democrazia partecipata e la necessità di tornare a regole chiare di affermazione dei principi della nostra costituzione e ad una riforma elettorale che garantisca la volontà e la centralità dell’elettore. Bisogna ricreare le condizioni per un ritorno dei cittadini alla partecipazione attiva alla vita democratica”.
“Questa nuova legge elettorale – interviene il prof. Federico Martino – è un attacco mortale alla democrazia rappresentativa. Potrà accadere che il voto del cittadino che sceglie il partito di maggioranza valga quanto quello di tre o quattro cittadini che hanno fatto scelte elettorali a favore di altri partiti. Un premio di maggioranza così abnorme ha come precedente solo la legge Acerbo voluta da Mussolini.”