Orchestra multietnica Ritmo Live, da Messina agli indiani d’America

Arcobaleno smisurato di suoni e vibrazioni alla sala Laudamo in occasione del concerto pomeridiano dell’Orchestra multietnica Ritmo Live organizzato dall’Accademia Filarmonica.  Alla direzione della compositrice e percussionista Maria Grazia Armaleo, la formazione ha ribaltato i canoni tradizionali della musica, espresso emozioni in un linguaggio ritmico primordiale, percorso altresì la strada maestra per la pace e la condivisione.
Dapprima La Messina di Goethe nel suo “Viaggio in Italia”, recitato dalla versatile Giulia Ramires, cui sono peraltro da ascrivere coreografie e danze all’incalzare dei ritmi spontanei dell’orchestra.
L’orripilante visione di una città distrutta dal terremoto del 1783 scortata dai suoni dei Ritmo Live in una quantomai felice contaminazione di parole e musica. E via via che gli occhi di Goethe passavano in rassegna case crollate, baracche, macerie, irrompeva la storia di una città che sa cosa sia la paura e che, nella perenne attesa della catastrofe, ha affrontato in un modo tutto suo ogni nuova risalita. Il miracolo del passato che fornisce plausibili chiavi di lettura del presente.
Poi, dopo Goethe, la più prodigiosa alchimia di culture e tradizioni musicali differenti nelle esecuzioni dei giovani diretti da Maria Grazia Armaleo. Tra le altre, “Indian Soul” a richiamare la voce dei nativi d’America nell’atto di impetrare la pace, e “Balkanica”, con il sax soprano e il basso elettrico che si stagliavano sulle variegate sonorità orchestrali. Il più lieto schiudersi, in definitiva, di un universo musicale che di rado s’apre all’inconsueto ma che nell’inconsueto non perde occasione per rinnovarsi e miracolosamente rilucere.

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