Omicidio Canfora, confermato il fermo del 18enne “era sotto l’effetto della cocaina”

Il giudice ritiene che l’omicidio sia avvenuto per contrasti economici con la vittima

Il Gip non ha dubbi: a uccidere il 56enne Massimo Canfora di Letojanni è stato il 18enne Feres Bayar. Il giovane, nato a Taormina di origini tunisine, era stato rintracciato dai Carabinieri dopo poche ore dal delitto. Il 18enne aveva una vistosa ferita alla mano e nella sua abitazione erano stati ritrovati abiti sporchi di sangue.

Furono ascoltati diversi testimoni e venne disposto il fermo giudiziario nei suoi confronti. Il ragazzo aveva dato una versione dei fatti contrastante con le testimonianze raccolte e la terza versione ha convinto il gip Simona Finocchiaro a convalidare il fermo.

Il magistrato ha ricostruito i fatti su quanto accaduto in via Nenzi. Il giovane era nell’appartamento sottostante a quello di Canfora e si trovava con due amici per assumere cocaina. Nel terzo interrogatorio Bayar ha confermato di avere assunto la sostanza stupefacente, ma ha accusato un amico di aver commesso l’omicidio. Dalle testimonianze acquisite, l’amico, invece, pare si sia recato nell’appartamento per aiutare la vittima dopo aver udito le urla di aiuto.

Il gip, nella sua relazione, ritiene che il movente dell’omicidio “deve individuarsi verosimilmente in contrasti economici sorti nell’ambito di una relazione omosessuale occasionale tra la persona offesa e l’indagato, il quale a sua volta si trovava in stato di alterazione psicofisica per aver fatto uso di cocaina”.

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