Nuovamente a rischio stop il servizio ex Metromare, Sicilia sempre più isolata

Ci risiamo. La storia si ripete e fin quando non ci sarà un collegamento stabile tra la sponda siciliana e quella calabrese, si ripeterà all’infinito, a prescindere da ideologie e convinzioni su coloro che sono pro o contro il Ponte; i fatti sono questi e la Sicilia rischia sempre più l’isolamento. Stiamo parlando del collegamento veloce Metromare che rischia lo stop. Un servizio che viene finanziato in modo rateale e centellinato, pertanto non potrà mai garantire una continuità.

Sulla questione interviene il deputato Francesco D’Uva: “La notizia della possibile interruzione del servizio ex Metromare, nella tratta da Messina a Villa San Giovanni, ha nuovamente sollevato la questione dei trasporti e della continuità territoriale nello Stretto. Nonostante le continue sollecitazioni e gli impegni pubblici assunti dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è evidente che ancora oggi manca un piano organico per la mobilità dei passeggeri tra le due sponde. Quanto dobbiamo ancora aspettare affinché il Ministero si decida a intervenire?”. 

Il rappresentante dei 5 Stelle ha presentato una interrogazione firmata anche dal collega Alessio Villarosa. “Una questione annosa, quella dei trasporti e della mobilità dei passeggeri, che va avanti da anni tra proroghe a scadenza semestrale e continui tamponamenti di emergenze che, con tutta evidenza, non hanno prodotto alcun risultato definitivo”, affermano i due deputati.

Dal 1° gennaio del 2005, la società di RFI (Blueferries) che gestisce il servizio ex Metromare nella tratta da Messina a Villa San Giovanni (con due aliscafi) non riceve alcun finanziamento dal Governo centrale e impiega circa 3 milioni di euro all’anno del proprio bilancio.

“Già nell’ottobre 2014 – ha affermato D’Uva – avevamo impegnato il Governo ad intervenire urgentemente attraverso lo stanziamento di nuovi fondi che garantissero, almeno per il triennio, il servizio diretto di collegamento marittimo veloce dei passeggeri sullo stretto di Messina. Eppure ancora oggi navighiamo sulla precarietà”.

Alle parole di D’Uva, fanno eco quelle di Villarosa che afferma come sia “necessario che il ministero predisponga un piano organico e strutturale per quanto concerne l’organizzazione e il finanziamento del sistema dei trasporti, scongiurando che questa condizione di instabilità impedisca di garantire un servizio di interesse economico generale e di continuità territoriale dei cittadini siciliani calabresi”.

Se il governo ritiene poco conveniente il servizio via mare, aggiungiamo noi, si attivi per quello stabile una volta per tutte evitando proclami politici e dando seguito ai fatti. Altrimenti dia la possibilità ai siciliani di gestirsi da soli e di sganciarsi definitivamente dall’Italia.

 

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