L’esperto di mummie Dario Piombino-Mascali spiegherà come si leggono le ossa umane

Come si “leggono” le ossa umane? Questo è l’argomento principale che sarà approfondito durante il primo seminario di Bioarcheologia Umana. Il corso, gratuito, si svolgerà il 3 luglio, a partire dalle ore 10.00, a Santa Lucia del Mela (ME), nello storico Convento dei Cappuccini ed è stato curato da Dario Piombino-Mascali, antropologo specializzato in paleopatologia. Il suggestivo borgo messinese, – grazie all’attenzione verso la propria città da parte del paleo-antropologo ed alla sua passione nell’attività di ricerca nel settore mummiologico -, può vantare un altro primato mondiale, ovvero l’aver ospitato, nel 2016, la prima scuola di mummiologia, organizzata e diretta sempre da Piombino-Mascali. E’ bene ribadire che si tratta della prima in tutto il mondo, alla quale hanno partecipato studenti americani e provenienti da altre università consorziate. Del resto, la Sicilia, oltre ai più noti patrimoni artistici e culturali, può altresì vantare la presenza di un diffuso patrimonio mummiologico disseminato nei siti di Piraino, Savoca, Gangi, Novara di Sicilia, Santa Lucia del Mela e Palermo. E, proprio dedicato alle note mummie palermitane, Dario Piombino-Mascali, ha recentemente realizzato il volume “Le catacombe dei Cappuccini. Guida storico-scientifica”, che non tralascia gli aspetti letterari ed umanistici legati alla specificità del luogo. Dario Piombino-Mascali, Ispettore onorario dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana della Regione siciliana e conservatore delle catacombe dei Cappuccini di Palermo, è una delle più autorevoli personalità nel settore mummiologico, un settore estremamente particolare che richiede standard elevati di competenza, che solo anni di studio ed attività possono garantire. Il suo nome è altresì legato alla mummia della piccola Rosalia Lombardo, soprannominata la bella addormentata, su cui ha compiuto approfonditi studi che sono culminati nella “scoperta della formula segreta”, ovvero, della composizione chimica usata dall’imbalsamatore Alfredo Salafia e che ha permesso l’incredibile conservazione della mummia di Rosalia. A dispetto di un curriculum estremamente importante, quel che costituisce il suo valore aggiunto, è la semplicità e l’umiltà con cui affronta la propria attività di ricerca; un modus operandi in cui, senza venir meno al rigore professionale e scientifico, non dimentica mai di esaminare dei resti umani che, un tempo, erano animati dal soffio vitale e, per questo, non tralascia il rispetto e la cura con cui tali resti e corpi vanno trattati, di conseguenza, non utilizza indagini invasive e dissezioni che ne possano profanare la dignità. Insomma, un altro figlio di cui questa città dovrebbe essere fiera.

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