Clausola sociale negli appalti pubblici, per dare lavoro ai disoccupati messinesi

Le ultime rassicuranti notizie sull’avvio (più o meno prossimo) di grandi opere nella nostra città (oltre alla messa in sicurezza del viadotto Ritiro, vi è anche la strada di collegamento di via Don Blasco e il nuovo porto di Tremestieri), hanno fatto tornare in mente ai consiglieri comunali Maria Perrone e Libero Gioveni, ad un’importante seduta di Commissione in cui l’assessore ai lavori pubblici aveva assunto un impegno preciso: l’inserimento di una “clausola sociale” nelle gare d’appalto di questi importanti e certamente mastodontici cantieri.

Perrone e Gioveni hanno sempre sostenuto e richiesto, infatti, che, proprio in ragione che tutta l’economia messinese ruota soprattutto attorno all’edilizia, nei bandi di gara si dovessero vincolare le imprese aggiudicatrici ad attingere dalle maestranze messinesi non meno del 30% della manodopera necessaria, al fine di rinvigorire un settore in cui purtroppo regna ormai una diffusa rassegnazione fra gli addetti ai lavori.

La preoccupazione degli esponenti politici nasce anche dalla non del tutto condivisibile scelta dell’Amministrazione di optare, nell’ambito delle politiche di Risanamento e dell’emergenza abitativa, nell’acquisto di alloggi sul mercato anziché avviare nuove costruzioni sviluppando cantieri. “Per cui, in tale ottica -affermano Gioveni e Perrone-, non riteniamo che fra le priorità del sig. sindaco ci sia quella di dare una vera svolta in ambito occupazionale!

Inoltre -presumono i consiglieri-, semmai ciò servisse a rassicurare le SS.LL. in indirizzo sull’opportunità o meno di perseguire l’obiettivo di impegnare le future imprese a reperire risorse umane dal nostro territorio, esistono in questa direzione anche importanti pareri che legittimano tale percorso, come quello autorevole dato dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) per altri comuni che avevano deciso di seguire questa linea politica che noi riteniamo essere decisiva”.

Pertanto Gioveni e Perrone, hanno interrogato il sindaco e l’assessore ai lavori pubblici al fine di conoscere se intendano realmente far inserire quella “clausola sociale” che impegna formalmente le imprese aggiudicatrici delle prossime grandi opere e infrastrutture da realizzare nella nostra città, a reperire non meno del 30% della manodopera occorrente dalle maestranze locali.

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