Il Catania si aggiudica il derby, gara macchiata da un rigore inesistente

Torna alla vittoria il Catania in un derby che il Messina ha giocato a testa alta e che, in virtù del considerevole numero di occasioni, non meritava certo di perdere. Se le motivazioni erano diverse, è stata invece pari la grinta mostrata sul campo dalle due squadre. Il rigore molto dubbio guadagnato e capitalizzato da Calil al 37′ era stato come annullato dalla rete del pari di Gustavo al 64′. Eppure all’80’, nel momento migliore dell’undici di Di Napoli, è il gol di Russotto a decretare l’esito di un big match che ha quanto meno esibito un buon calcio isolano.

L’aria festosa del derby Catania-Messina è sfumata alla vigilia con le dipartite prima di Mino Licordari, poi di Mario Petrina, volti noti entrambi del giornalismo e dello sport, per ricordare i quali al “Massimino”, in occasione del XXIX turno del campionato di Lega Pro, si gioca con il lutto al braccio e si osserva un minuto di raccoglimento. Qualche modifica obbligata all’assetto tattico del Messina nel derby siculo. Davanti a Berardi la novità dell’undici titolare è Barilaro a completare il quartetto difensivo formato da Ionut, Martinelli e De Vito. Altra novità è in mezzo al campo Biondo, che il tecnico Lello Di Napoli ha schierato in aggiunta a Baccolo, Giorgione, di rientro dalla squalifica, e Fornito. Tandem offensivo costituito da Gustavo e Tavares.

Giovano punti al Catania per evitare i play-out, a dispetto di quanto lasciasse presagire la rosa, malgrado la squalifica, alla vigilia del campionato. Settimo e al sicuro coi suoi quarantuno punti, il Messina arriva al derby di ritorno con una serenità che di fatto gli consente di giocare con spregiudicatezza la gara.

Due traversoni di Giorgione, al 3′ e all’8′, sono il biglietto da visita dei peloritani, sulle prime più ordinati e propositivi. Un quarto d’ora esatto e nessuna incursione del Catania, costretto invece a smantellare come meglio può le trame di gioco imbastite dagli avversari. Baccolo è il primo, al 18′, a finire sul taccuino del direttore di gara Marco Piccinini di Forlì, per un fallo commesso a centrocampo. Un minuto dopo la conclusione di Musacci, poco oltre la traversa, è la prima vera chance dei padroni di casa, al cui morale non giovano certo la desolazione dello stadio precluso ai gruppi organizzati della tifoseria e quella vittoria che manca da quasi due mesi. Al 36′ l’intervento molto dubbio in piena area di De Vito a chiudere Calil, frutta il penalty ai locali. A realizzare dal dischetto lo stesso Calil, che torna al gol dopo sette gare e dieci reti all’attivo. Al 38′ giallo per il marcatore brasiliano, reo d’una entrata scorretta su Ionut. E tra i cattivi, ora che il derby si gioca senza esclusione di colpi, finisce anche Giorgione al 41′. Un minuto di recupero e scivola via la prima frazione di gioco sul parziale di 1-0, senza peraltro le emozioni che sulla carta si confanno a un big match tra isolane.

Squadre invariate al rientro dagli spogliatoi. In avvio una conclusione fuori misura di Falcone e al secondo giro di cronometro il cross pericoloso di Russotto, prima che al 48′ il Messina sfiori la rete del pari con il tiro da fuori di Tavares, deviato in corner da un attento Liverani. Ci prova anche Fornito al 50′, ma il suo rasoterra termina di poco a lato. La prima sostituzione operata da mister Di Napoli dà fiducia a Padulano in luogo di Biondo al 51′. Chance Catania al 59′, quando Castiglia sfrutta la disattenzione della retroguardia peloritana ma manca il tocco conclusivo della sfera. Sfumata così la possibilità del raddoppio, tocca ai rossoazzurri subire al 64′ la rete del pari: lo stacco di testa di Gustavo, su assist di Giorgione, risulta imparabile e, nel momento migliore degli etnei, riequilibra le sorti di un match il cui andamento non lascia certo presagire il finale. In sequenza la mitragliata da fuori di Giorgione al 69′ e il tiro dal limite di Gustavo al 74′ si avvantaggiano dello sconforto catanese e letteralmente sfiorano il gol. Lupoli rileva Di Cecco per un assetto più offensivo e Calderini subentra a Falcone.

Replica Di Napoli puntando su Zanini per l’infortunato Barilaro, in ballottaggio alla vigilia della gara. Giuseppe Russo rileva Baccolo, ma a terminare il via vai dei cambi all’80’, quando peraltro i peloritani sembrava avessero in pugno la gara, è Russotto che, in contropiede, si appresta alla porta avversaria e sfodera un diagonale su cui nulla può Berardi. Vicinissimo al pari il Messina un minuto dopo, sull’intervento di Bastrini che stava trasformandosi in un’autorete. Ci provano allora Ionut e Fornito, che non ci stanno a concedere al Catania quei tre punti che potrebbero contribuire alla salvezza. Sono concitati i quattro minuti di recupero che separano dal triplice fischio, ma non riesce ai peloritani di intralciare i piani degli etnei. Doppio giallo per il rumeno Ionut e il Messina termina in dieci la gara, quando capitan Calil lascia il terreno di gioco per Ferrario. Moriero pensa a coprirsi nei secondi che restano, preziosi a tal punto da valere un’intera stagione, e gli riesce l’impresa contro un Messina che non ha smentito al “Massimino” il proprio indiscutibile valore.

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