“Adesso si pensi meno alle “poltrone” e più alle emergenze che affliggono Messina”. Il consigliere comunale Libero Gioveni, pur ritenendola necessaria l’idea di dover dare una piccola scossa ad una giunta totalmente distante dalla cruda realtà in cui è sprofondata la nostra città, giudica fin troppo “fuorviante” questo “gioco delle tre carte” attuato dal sindaco forse per distogliere l’attenzione da ben più gravi problemi.
“A prescindere da quanto durerà questa nuova esperienza politico-amministrativa che dà continuità a quella iniziata il 24 giugno 2013 con una miriade di aspettative, – afferma Gioveni – in questo nuovo corso iniziato ufficialmente ieri non si può più sbagliare. Ci si metta subito al lavoro, quindi – prosegue il consigliere – perché la città ha bisogno di risposte e non di manovre volte solo a mettersi o a mettere ai cittadini il prosciutto negli occhi.
Tolta la questione ancora irrisolta del Bilancio che sta facendo ridere l’Italia intera e su cui certamente ruota tutto il sistema della macchina amministrativa e dei servizi – incalza l’esponente Udc – non si possono non elencare, dopo quasi 3 anni di mandato, una serie di criticità (che evito di approfondire con la presente per le complesse, numerose e comunque ben note sfaccettature) rispetto alle quali Accorinti e compagni, fatto salvo il trasporto pubblico obiettivamente migliorato, hanno fatto acqua da tutte le parti”
Il consigliere, in particolare, si riferisce al Risanamento paralizzato, Servizi sociali nel limbo, Edilizia scolastica fatiscente, Mercati cittadini, Impianti sportivi abbandonati, gestione fallimentare di Rifiuti e Verde pubblico, Manutenzione strade, gestione idrica da terzo mondo, Cimiteri, Cantieri di servizio ecc.
“Riuscirà questa nuova squadra di governo cittadino a incidere positivamente su questi fondamentali temi per lo sviluppo e il benessere della nostra comunità?? Sarebbe opportuno a questo punto -conclude Gioveni – una sorta di dichiarazione d’intenti in aula da parte del sindaco Accorinti per capire dalla sua viva voce se a questo giro di boa possiamo ancora sperare che qualcosa cambi. Diversamente, stacchiamo la spina e basta”.
