Casseforti aperte sempre con lo stesso metodo, arrestato pluripregiudicato messinese

Non era il primo colpo messo a segno quello perpetrato lo scorso 27 luglio dal trentasettenne messinese Lorenzo Spadaro, già arrestato il 4 agosto 2018, in flagranza di reato, per un fatto analogo dai poliziotti delle Volanti della Questura di Messina. L’ultimo furto contestatogli mette in moto un’intensa e complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica e condotta dagli stessi operatori di polizia per i quali il pregiudicato era personaggio noto.

Tutto nasceva da una segnalazione alla Sala Operativa e dal conseguente intervento degli agenti che constatavano la consumazione del reato e le modalità con le quali lo stesso era stato realizzato. Il malfattore, insieme ad altri complici, approfittando dell’assenza degli occupanti in piena notte, si era introdotto nell’appartamento preso di mira, dal balcone della camera da letto arrampicandosi dal pluviale adiacente. Un bottino ammontante a circa 50.000 euro veniva custodito in grossi zaini, poi depositati in due autovetture in sosta in prossimità dell’immobile. Erano riusciti a scardinare la cassaforte a muro applicandole una piastra metallica artigianale su cui collocavano un bullone che avvitato con una chiave di ferro, fungendo da leva, ne permetteva l’apertura.

Grazie alla minuziosa visione delle immagini estrapolate dalle telecamere presenti in zona i poliziotti, che solo due mesi e mezzo prima, avevano proceduto all’arresto di Spadaro per un tentato furto in altro appartamento, verificarono che in entrambi gli eventi, indossava gli stessi indumenti  e che identici erano altresì i borsoni con i quali trasportava oggetti. Ma ciò che più di ogni altra cosa caratterizzava la condotta del malvivente in entrambi gli episodi criminali, era la modalità operativa con la quale forzava la cassaforte.

L’indagato annovera vari precedenti per reati gravi contro il patrimonio che deponevano per il suo pieno coinvolgimento anche per il furto da ultimo contestatogli tutt’altro che episodico, piuttosto una chiara manifestazione della professionalità dell’agire illecito.

Ieri i poliziotti hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere ritenuta dal GIP l’unica sufficiente a scongiurare il rischio di reiterazione.

Proseguono le indagine per risalire agli altri responsabili.

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