Uil-Fpl e NurSind denunciano in procura il management del Policlinico

Le due organizzazioni sindacali hanno anche inviato una nota all’assessore regionale

La vicenda dei buoni pasto “negati” ai lavoratori del Policlinico di Messina finisce in Procura. NurSind e Uil-Fpl di Messina hanno infatti presentato un esposto alla Procura della Repubblica puntando l’indice contro il management aziendale.

Secondo Ivan Alonge e Livio Andronico, rispettivamente segretario provinciale NurSind e Uil-Fpl, i vertici del Policlinico avrebbero esercitato pressioni sulle organizzazioni sindacali.

Attraverso una nota formale evidenziano come il mancato accordo sulla concessione dei buoni pasto avrebbe determinato il mancato rinnovo dei contratti del personale a tempo determinato, in scadenza al 30 settembre 2025.

Le due organizzazioni sindacali hanno anche inviato una nota all’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, richiedendo il suo intervento. Di seguito la nota dei sindacati.

NurSind e Uil Fp come sigle maggiormente rappresentative al Policlincio ‘Martino’ di Messina fanno presente che in data 8 maggio 2025, hanno ricevuto dal management aziendale dell’Azienda Ospedaliera Policlinico Universitario di Messina, a firma del dott. Giorgio Giulio Santonocito nella qualità di Direttore generale, del Direttore Amministrativo dott.ssa Elvira Amata e del Direttore sanitario dott. Giuseppe Murolo, con la quale i succitati Direttori, hanno comunicato alle organizzazioni sindacali ‘l’impossibilità dell’erogazione dei buoni pasto a tutti i dipendenti che svolgono servizio oltre le sei ore contrattuali’, motivando tale decisione con un presunto sforamento del tetto di spesa rilevato da codesto Onorevole Assessorato della Salute che costituirebbe un limite invalicabile e individuando come voce particolarmente impattante proprio il costo dei buoni pasto.

Nella stessa nota, veniva altresì rappresentato che non risulta possibile garantire un servizio mensa alternativo. Ovviamente, ciò che lascia fortemente perplessi e che desta forte preoccupazione è la violazione di un diritto garantito e previsto dal CCNL Sanità come servizio sostitutivo della mensa che è stato riconosciuto e tutelato anche dalla suprema Corte di Cassazione la quale ha stabilito che il buono pasto per i dipendenti della sanità rappresenta e configura un diritto in sostituzione del servizio mensa dopo le sei ore di lavoro.

Appare evidente quindi, che nessuna organizzazione sindacale, può concordare per i propri iscritti deroghe che si traducono nella violazione dei diritti riconosciuti anche in sede giurisdizionale e nell’ambito di un confronto contrattuale che avviene a livello nazionale.

A tutto ciò si aggiunge un ulteriore elemento di particolare gravità ovvero, la comunicazione del Management aziendale che conclude l’avviso comunicando che in assenza di soluzioni e/o proposte alternative, ‘Si vedrà costretta a non prorogare i contratti in scadenza al 30/09/2025’ del personale sanitario in atto incaricato a tempo determinato.

La violazione dei diritti contrattuali in ambito sanitario rappresenta una questione di grande rilevanza e quanto accaduto in questi giorni ad opera del Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria G. Martino di Messina, apre una pagina a dir poco nera soprattutto quando si traduce in minacce e pressioni indebite nei confronti dei lavoratori e dei pazienti.

Infatti, il mancato rinnovo dei contratti individuali del personale in atto a tempo determinato, non solo rappresenta una disdicevole decisione verso i lavoratori e le loro famiglie che verrebbero lasciati senza alcun reddito in un momento socio economico particolarmente difficile ma comporterebbe a nostro avviso una forte ricaduta negativa sul mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza con possibili ripercussioni che potrebbero generare episodi di malasanità sicuramente, non riconducibili al personale in servizio ma esclusivamente al management del Policlinico di Messina.

A tal proposito, non possiamo esimerci dal porre un ulteriore interrogativo che riteniamo assolutamente legittimo: come è possibile che, nonostante due significativi incrementi del tetto di spesa — pari a 4 milioni di euro nel 2023 e a ulteriori 11 milioni nel 2025, per un totale complessivo di 15 milioni di euro in più — l’Azienda si trovi oggi in una condizione tale da dichiarare l’impossibilità di garantire perfino i buoni pasto ai lavoratori?

Per tale motivo, in considerazione della gravità dei fatti ci siamo rivolti alla Procura della Repubblica con un esposto, affinché venga fatta piena chiarezza sulle condotte poste in essere e sulle eventuali responsabilità penali e amministrative.

Pertanto, le scriventi organizzazioni sindacali, in rappresentanza del personale dipendente dell’azienda A.O.U. G. Martino, esprimono con la presente la propria profonda preoccupazione e il totale dissenso rispetto alla gestione realizzata dall’attuale Direttore generale dott. Giorgio Giulio Santonocito. Alla luce di quanto sopra esposto e ritenendo compromessa ogni possibilità di dialogo costruttivo con la direzione generale, si chiede formalmente di voler disporre l’immediata rimozione del Direttore generale, ritenuto ormai incompatibile con una gestione efficace, partecipata e rispettosa delle norme e dei diritti dei lavoratori e dei cittadini utenti.

Riteniamo che tale passo sia necessario non solo per la tutela dei lavoratori, ma anche per garantire la legalità e la trasparenza nella gestione della cosa pubblica”.

Conclude la nota dei dirigenti sindacali.

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