Sfuma il sogno olimpico di Nibali, la gara perfetta distrutta da una caduta

La gloria dei Giochi lì ad un passo, poi una scivolata gli ‘strappa’ via dal collo una medaglia ormai certa e gli chiude in faccia la porta dell’olimpo. A Vincenzo Nibali non restano che le lacrime sul bordo della strada, per aver buttato nuovamente come al mondiale nel 2013 una grande occasione, e una doppia frattura: una “prossimale” al collo e una “distale”. “Mi dispiace molto per i miei compagni – ha confessato il siciliano – I ragazzi sono stati grandi: una squadra vera la nostra”. Nell’olimpo con merito ci entra invece il belga Van Avermaet beffando sul lungo rettilineo di Copacabana il polacco Majka, unico a rimanere in piedi nella fuga a tre con Nibali e Henao, prima di essere raggiunto proprio sul lungomare di Copacabana. Vincenzo Nibali è seduto sul ciglio della strada, resta in silenzio per qualche minuto, giusto il tempo di veder sfilare in ammiraglia il ct Cassani: i due si guardano per un momento, non c’è spazio per le parole.

Il morale è a pezzi, la corsa è andata, e insieme anche la possibilità di entrare nella storia a cinque cerchi regalando all’Italia la medaglia d’oro numero 200: Vincenzo lo sa, scuote la testa, non dice nulla. Non prova nemmeno a rialzarsi, si tocca la spalla, non trattiene qualche lacrima, un po’ di rabbia, un po’ di dolore, realizza che il suo giorno perfetto è diventato il peggiore della sua carriera. “Non servivano parole – ha raccontato poi a freddo il commissario tecnico – ci siamo guardati solo un attimo, ma era muto. Non ci siamo detti niente, aveva il morale a pezzi”. Una caduta proprio in discesa, terreno amato dal siciliano quasi quanto le salite, fino all’ultimo Tour dove è finito per terra sulle Alpi bagnate dalla pioggia e il giorno dopo è rimasto bloccato proprio sul terreno da lui preferito. Un blocco psicologico che il siciliano sembrava aver superato seguendo Aru proprio in discesa con un attacco a 30 km dal traguardo di Copacabana. In quel momento l’azzurro era in fuga con il polacco Majka e il colombiano Henao, e proprio quest’ultimo è scivolato sull’asfalto dentro la foresta insieme a Nibali, in un finale da ecatombe che ha riservato identico destino al britannico Geraint Thomas, mentre nel giro precedente di un circuito estremo erano finiti a terra pure Richie Porte e Oliveira. Nibali ha chiuso la sua giornata in ospedale per accertamenti: ha preso un colpo duro alla spalla e alla gamba. La gara azzurra, su un terreno per scalatori, è stata perfetta fino a quella maledetta curva della discesa del circuito di Vista Chinesa che ha chiuso ogni speranza.

 

 

 

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