Avviso di chiusura indagini per 50 degli indagati nel processo costola dell’operazione Totem, l’inchiesta sul clan di Giostra scattata a giugno dello scorso anno e che ha permesso di mettere in luce gli affari del boss Luigi Tibia. Sono accusati, in concorso, di esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa, con l’aggravante di avere commesso il fatto «per agevolare l’attività dell’associazione mafiosa facente capo a Luigi Tibia». Ad aprile si è svolta l’udienza preliminare che si è conclusa con 22 rinvii a giudizio. Dovranno comparire davanti alla gup Daniela Urbani il prossimo 26 aprile. In questo nuovo filone i magistrati si sono occupati della gestione e della collocazione in varie attività commerciali dei cosiddetti totem, gli apparecchi terminali collegati ad internet. Due le ipotesi d’accusa contestate a vario titolo dai sostituti procuratori della Dda Liliana Todaro, Fabrizio Monaco e Maria Pellegrino nell’atto di chiusura delle indagini preliminari. L’installazione e la gestione presso esercizi pubblici, dei totem collegati alla rete internet per effettuare il gioco a distanza senza autorizzazione da parte dell’Aams e l’aver organizzato e gestito la raccolta di scommesse su eventi sportivi non avendo la licenza “compiendo attività di intermediazione per conto di un allibratore straniero privo di concessione”.