Omicidio giudice Scopelliti, perquisizioni a Messina

La Direzione Distrettuale Antimafia indaga sul ruolo della mafia locale

Dopo oltre trent’anni di silenzio e misteri, l’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, assassinato nell’agosto del 1991 a Campo Calabro mentre stava preparando la requisitoria contro Cosa Nostra per il maxiprocesso, torna prepotentemente sotto i riflettori. La novità? Messina entra nella scena dell’indagine con perquisizioni mirate ordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

Perquisiti immobili legati ai clan

Le forze dell’ordine hanno passato al setaccio alcuni immobili nella zona sud della città, riconducibili – secondo gli inquirenti – a esponenti del clan Romeo-Santapaola. L’obiettivo è ricostruire la rete logistica che potrebbe aver supportato l’esecuzione dell’attentato, avvenuto con modalità paramilitari e su ordine congiunto della mafia siciliana e calabrese.

Il pentito Avola accende la miccia

Determinanti per questo nuovo filone investigativo le dichiarazioni del pentito Maurizio Avola, che ha recentemente confessato di aver preso parte all’agguato in qualità di sicario. Non solo: avrebbe anche indicato il luogo dove fu nascosta l’arma del delitto, ritrovata pochi mesi fa in provincia di Reggio Calabria.

Una pista siculo-calabrese

Le indagini, condotte dal procuratore Giuseppe Lombardo, puntano a verificare il coinvolgimento di elementi messinesi nell’organizzazione logistica dell’omicidio, probabilmente funzionali a garantire coperture, spostamenti e armi. La pista è delicata ma concreta: si cerca di capire quanto e come Messina abbia fatto da ponte operativo tra i clan di Cosa Nostra e le ‘ndrine reggine.

Una verità ancora lontana, ma più vicina

La morte del giudice Scopelliti rappresenta uno dei più oscuri attacchi alla giustizia italiana. Oggi, grazie a nuove testimonianze e a un lavoro investigativo capillare, si torna a sperare in un’identificazione piena dei mandanti e degli esecutori, superando decenni di insabbiamenti e processi finiti nel nulla.

Messina, in questa vicenda, non è più solo spettatrice.

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