Messina, smantellata associazione a delinquere dedita al gioco d’azzardo

La Guardia di Finanza peloritana ha eseguito 22 arresti (9 in carcere, 13 domiciliari)

Un’associazione per delinquere che gestiva una vasta raccolta di scommesse non autorizzate e di riciclaggio è stata smantellata dalla Guardia di finanza di Messina. Sono stati eseguiti 22 arresti, 9 in carcere e 13 ai domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza del gip emessa su richiesta della Dda Peloritana.

L’organizzazione aveva una parvenza legale, ma si avvaleva di piattaforme online illegale e faceva pagare gli avventori con denaro contante. Lo scommettitore accedeva in dei locali dedicati attigui alle sale gioco e aveva a disposizione un computer per accedere alle piattaforme illegali.

All’operazione hanno preso parte oltre 100 tra Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, coadiuvati dai corrispondenti comandi di Udine, Siracusa, Frosinone, Trapani e Vibo Valentia. I militari si sono avvalsi del supporto di personale specializzato del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e dell’ausilio della componente Aeronavale del Corpo.

Le indagini hanno ricostruito l’operativitĂ , dal 2022 ad oggi, di un’associazione per delinquere, dedita principalmente alla raccolta di scommesse sportive clandestine a quota fissa e gioco d’azzardo. L’organizzazione utilizzava piattaforme di gioco online illegali. Successivamente reimpiegava gli ingenti profitti ricavati, grazie a compiacenti prestanomi, ai quali sono stati trasferiti, in modo fraudolento, beni e denaro.

Le investigazioni, sviluppate attraverso la conduzione di intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali. Le indagini si sono avvalse anche delle tradizionali attività di osservazione, nonché da mirati controlli condotti presso alcuni esercizi commerciali.

Il lavoro investigatiho ha messo in luce l’esistenza di un’articolata organizzazione criminale, radicata nel capoluogo messinese. Per gli inquirenti i promotori dell’associazione erano due messinesi, il 52enne Carmelo Salvo e il 44enne dipendente di Rfi Letterio Arcolaci. Questi sarebbero stati affiancati dal 37enne Emanuele Milia, dal 32enne Antonino Messina e dal 44enne Ignazio VadalĂ .

Ognuno aveva dei compiti ben definiti: dalla gestione tecnico- informatica delle piattaforme di gioco (cd. SKIN) alla contabilitĂ  degli introiti da riconoscere agli affiliati.

Dalle indagini è emersa la capacità dell’organizzazione di assicurare un puntuale coordinamento operativo di varie agenzie di scommesse. Queste venivano aperte in maniera capillare nella città di Messina e in altre località sul territorio nazionale. Erano gestite con concrete modalità imprenditoriali, attraverso una pianificata distribuzione di ruoli e gerarchie interne.

Una vera organizzazione “aziendale” che utilizzava appellativi propri delle strutture piramidali tipicamente presenti nel settore del gioco: Master, PJ Promoter, Agente e Agenzia.

Gli indagati avrebbero operato privi delle necessarie autorizzazioni previste per i concessionari riconosciuti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Sfruttavano i server collocati al di fuori del territorio nazionale. Questi erano gestiti da società estere per aggirare i limiti e le cautele che presidiano il gioco legale. Prima fra tutte l’uso del contante per eludere la tracciabilità delle transazioni.

Secondo l’ipotesi investigativa, i promotori dell’associazione avrebbero operato secondo un collaudato meccanismo. Provvedevano ad acquisire la gestione sul territorio di una nota piattaforma di gioco legale, subito diffusa nell’area messinese. Provvedevano all’apertura di diversi punti di raccolta delle scommesse (c.d. PVR – Punti Vendita e Ricarica). Tale schermo legale è servito a conquistare una posizione di predominanza nel mercato e, al contempo, a fidelizzare la vasta platea degli scommettitori.

Proprio a questa particolare clientela veniva, quindi, proposto, all’interno delle stesse sale da gioco, la possibilità di accedere a computer dedicati. In violazione della normativa, veniva precaricata una piattaforma online illecita caratterizzata dall’estensione “.com”.

In questo modo, l’avventore veniva attirato in un esercizio commerciale formalmente rispettoso delle regole. Dopodiché, anche grazie alla compiacenza dei gestori delle singole sale gioco, lo stesso scommettitore accedeva, attraverso dei computer dedicati, a parallele ed occulte attività di scommessa illegale.

Grazie a questo sistema di raccolta abusiva delle scommesse, caratterizzato dall’accesso diretto alla piattaforma, l’organizzazione ha assunto una posizione dominante nel settore delle scommesse sportive su piattaforme illegali.

Questo solitamente avviene con carte prepagate univocamente intestate all’utente e non tramite utilizzo di denaro contante. Modalità normalmente vietata per queste tipologie di gioco.

Le comunicazioni e istruzioni per la gestione della raccolta del gioco illegale erano, peraltro, condotte in modo molto riservato. I componenti dell’organizzazione utilizzavano un canale WhatsApp o un canale Telegram. In queste piattaforme gli associati avevano costituito vari “gruppi”, ognuno dei quali dedicato ai singoli affiliati.

Di fatto, l’organizzazione aveva assunto i connotati di una stabile impresa occulta. All’interno di essa i soggetti, ad ogni livello della struttura organizzativa, risultavano coinvolti nel rischio d’impresa. Ciò avvenva attraverso la gestione sul valore delle giocate raccolte dalle compiacenti reti commerciali.

Successivamente si provvedeva alla suddivisione degli utili e delle eventuali perdite. Il tutto in violazione delle norme fiscali, dei presidi antiriciclaggio e in totale inosservanza delle disposizioni in materia gioco.

La Guardia di Finanza ha, pertanto, disposto il sequestro delle principali compagini societarie coinvolte e dei beni riconducibili agli indagati per circa 3 milioni di euro.

Secondo l’analisi recentemente condotta da Federconsumatori sul gioco online per le annualità 2022-2023, la città di Messina si posiziona al 5° posto nella classifica delle città italiane per volume delle giocate pro capite sui canali autorizzati.

Questa indagine fa emergere, quindi, un significativo bacino di utenti/scommettitori, da cui poter attingere le risorse da “sfruttare”. E di conseguenza, per la raccolta di scommesse, anche del tipo illegale.

Il provvedimento di fermo dovrĂ  essere ora vagliato dal GIP del Tribunale di Messina.

Misure cautelari in carcere:

Letterio Arcolaci 44 anni;

Salvatore Barretta 52 anni;

Nicola Cainero 50 anni;

Antonino Messina 32 anni;

Emanuele Milia 37 anni;

Francesco Orlando 41 anni;

Angelo Repoli 48 anni;

Carmelo Salvo 52 anni;

Ignazio VadalĂ  44 anni.

Misure cautelari agli arresti domiciliari:

Gaetano Arcolaci 69 anni;

Giuseppe Costa 37 anni;

Giuseppe De Salvo 56 anni;

Danilo Ferrantelli 24 anni;

Riccardo Lopes 29 anni;

Francesco Ricciari 27 anni;

Domenico Zannino 35 anni;

Domenico Arena 58 anni;

Francesco aversa 65 anni;

Antonio Basile 34 anni;

Carmelo Calabrò 33 anni;

Giuseppe Lo Medico 33 anni.

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