Dopo 5 giorni in giro per Patti, Mongiove e Marinello, l’Indiegeno Fest 2017 torna a casa, per la prima delle due serate finali, nel suggestivo Teatro Antico di Tindari per la big Carmen Consoli. Cavea e parterre quasi soldout per la Cantantessa, a distanza di pochi mesi dal concerto in trio tenutosi a Messina. Opening della kermesse come a Marinello, il giovane Yuman, accompagnato da Giorgio Condemi, chitarrista di Motta. Giovane promessa della Leave Music, ha conquistato tutti con la sua incredibile voce. La seconda a salire sul palco, la cantautrice pop Elena Rossi, interprete riminese in continua evoluzione, Elisa Rossi è un’artista in grado di disegnare tessuti vocali intrisi di fascino e sensualità. Ex concorrente di X Factor, nel 2017 ha vinto il premio Daponte riservato alle giovani cantautrici. Intorno alle 22.15 è la volta di Persian Pelican, band nota al pubblico indie messinese. Guidati dal marchigiano Andrea Pulcini e dalla catanese Paola Mirabella. Tre dischi all’attivo ed un 2017 di concerti intensi. Il loro un alt-folk solare ed intenso, con sonorità elettriche e piccole scie psichedeliche.
Il numeroso pubblico ha elargito applausi per tutti, in attesa dell’headliner Carmen Consoli, accompagnata sul palco da 2 fiati, 2 archi, chitarra, percussioni e pianoforte. In un elegantissimo abito lungo nero, come una dea greca, fa il suo ingresso dopo l’intro della band. Imbracciando la chitarra acustica, si è presentata con “A’ finestra”. Brani totalmente riarrangiati, in questo tour l’autrice catanese ha accantonato chitarra e basso elettrici per suoni più morbidi e classici, ma non meno coinvolgenti e accattivanti. Fedele compagno di viaggio, l’amico storico Massimo Roccaforte. Con “Mandami una cartolina” ha salutato il pubblico, introducendo il brano parlando del padre a cui è dedicato, “una specie di Mandrake” che tutto trasformava. “L’ultimo bacio” scalda la platea, seduta e composta per tutto il concerto, quasi in rispettoso silenzio, senza mai cantare “sopra”. A sorpresa quasi una cover, “Little green” di Joni Mitchell, una delle grandi figure di riferimento della giovane Carmen, ragazzina di San Giovanni La Punta, frequentatrice del negozietto di vinili.
Tra una battuta ed un’altra, ora col trio d’archi “siti tri ma pariti 60”, ora con Roccaforte o acoustic solo, brani ormai storici come “Geisha” – sempre “incazzata” ed energica, “L’eccezione” e “Maria Catena”, brano di denuncia sulle bugie ripetute troppe volte che diventano verità. “Cose di paese che non dovrebbero capitare nel Governo no?”. A metà di “AAA Cercasi” altro brano satirico sul malcostume italiano e politico, salta la corrente al mixer. Carmen prova a cantare a cappella sin quando costretta all’interruzione. Due battute sulla superstizione e sul “bbiare sale sul palco” per scaramanzia. E come per magia ( o stregoneria), alla parola sale, fu la luce. Il tempo di trovare la concentrazione giusta, per una splendida versione piano-voce di “Guarda l’alba”, uno dei testi più belli e profondi della cantantessa, scritto da Tiziano Ferro. “tutto inizia invecchia cambia forma, l’amore tutto trasforma, l’umore di un sogno col tempo si dimentica.”
“Parole di burro” e “Venere” chiudono il main set. Pochi minuti e gli ultimi sei brani scavano nel repertorio primordiale. Quei brani che tra il 1996 ed il 1997 hanno lanciato la Consoli nel panorama italiano nazionale ed internazionale, ed ancora oggi una delle più importanti interpreti. La rabbiosa “Fino all’ultimo”, emozionante anche in acustico, “Contessa Miseria”, Confusa e felice”, “Amore di plastica”. Gran finale con la poetica “Blunotte” – scritta in origine per Tosca – e “In Bianco e nero”. Abbracciata alla sua band, Carmen lascia il teatro tra gli applausi scroscianti del suo pubblico, con queste ultime parole: “dietro ad ogni artista c’è sempre un grande pubblico. Io non so di essere di una grande artista, ma di sicuro ho un grande pubblico.” In totale 22 canzoni per 90’ di classe, ironia, risate e riflessioni, ma soprattutto di musica e poesia. Stasera ultima serata del Festival, con Marianne Mariage, Artù e Brunori Sas.