I vertici del Vittorio Emanuele garantiscono per la stagione attuale, ma il futuro…

Eccezionalmente di sabato, si è svolta stamane presso la Sala Sinopoli, la conferenza stampa dei vertici dell’E.A.R.Teatro di Messina, il sovrintendente Egidio Bernava ed il presidente Luciano Fiorino, assieme ai direttori artistici, Simona Celi e Matteo Pappalardo. Visti i temi scottanti, non poteva che rivelarsi una conferenza animata e ricca di contenuti.

Nei giorni scorsi il presidente Fiorino aveva lanciato la provocazione “chiudere o rilanciare”, in seguito alle dichiarazioni pessimiste della Cgil e degli organi di stampa, riguardanti l’imminente fine dell’agonia del nostro tribolato teatro cittadino. All’esterno l’immagine del teatro sta riscontrando positività, dovuto unicamente al fatto che nonostante i ritardi di programmazione, la città abbia risposto con 1699 abbonamenti, per un totale di quasi 500 mila euro di incasso, oltre allo sbigliettamento. Un notevole incremento se paragonato ai 600 della passata stagione, ma ben lontano dai numeri degli altri gloriosi teatri siciliani e nazionali.

Il primo a prendere la parola è stato il presidente Luciano Fiorino, il quale ha voluto sottolineare la compattezza di squadra, il cui fine unico è il rilancio e la stabilità dell’ente, affinchè ci si possa confrontare per un obiettivo comune. Con toni altisonanti, Egidio Bernava ha categoricamente smentito Maurizio Puglisi prima ( riguardo ad una lettera pubblica) e la  Cgil dopo, “accusandoli” di una politica del rancore. In primis ha smentito l’imminente morte del teatro, agonizzante si, ma ancora in vita.

Col contributo ordinario sbloccato, si potrà provvedere unicamente al pagamento degli stipendi e delle spese correnti, ma con questi margini, non vi sarà sviluppo per il futuro e per le produzioni. Coi fondi attuali, i direttori artistici potranno portare a termine la stagione di musica e prosa sino a maggio, ma saranno impossibilitati a stilare una stagione estiva e a dar vita al tanto agognato teatro stabile di Messina, al fine di realizzare produzioni proprie. Per il sovrintendente, “la cultura è l’unico strumento per il rilancio della città e del teatro e doveroso riconoscere con priorità assoluta, i diritti dei lavoratori. Solo lavorando insieme, si potrà inquadrare la loro posizione”.

Bernava ha ribadito che la stagione verrà portata a termine, nonostante alcuni cambiamenti del calendario. Inizialmente, l’ex commissario Jervolino, lo scorso maggio, aveva fornito alle agenzie e alle attuali direzioni artistiche, un budget pari a 2 milioni di euro. Budget di fatto inesistente, che ha influito negativamente, causando inevitabili variazioni. Oltre al “danno”, i vertici hanno anche dichiarato che in 5 anni, da un +700 mila euro, avrebbero ereditato dalla precedente amministrazione, un debito pari a 1 milione e 200 euro accumulato in 2 anni, con produzioni onerose che hanno riscontrato incassi minimi. Nulla di nuovo in Sala Sinopoli quindi, poiché da anni qualunque membro dell’Ente, ha sempre rivolto colpe a chi si è seduto prima di loro o negato responsabilità.

L’intento dell’attuale ente invece, è quello di coinvolgere scuole ed associazioni con offerte vantaggiose e offrire un’adeguata programmazione ( definita da alcuni “nazional popolare”, ma in fondo il teatro non è sempre stato dalle sue origini del popolo e per il popolo?) ed una platea sempre numerosa, come accaduto in questo primo mese di eventi. L’amministrazione comunale, l’Ente teatro, la commissione cultura, i nuovi deputati ed assessori Ars, devono sedersi tutti assieme a Palermo e definire una volta per tutte cosa intendono fare per il Vittorio Emanuele, stufo ormai di replicare da anni le solite tragedie burocratiche.

E’ tempo di sapere cosa fare da maggio in poi. Chiudere o rilanciare, questo è il dilemma.

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