“I Care” progetto IIS Verona Trento su mondo affettivo adolescenti

Prof Cedro (Unime): “tema dell’immagine corporea si rivela particolarmente fragile”

“Il progetto “I Care” si è distinto per la sua nobile attenzione al mondo emotivo e affettivo degli adolescenti, un ambito cruciale spesso trascurato. Questa iniziativa rappresenta un punto di partenza fondamentale per esplorare in profondità le complesse dinamiche interiori dei nostri ragazzi.

L’analisi dei risultati ottenuti ha messo in luce una realtà delicata: il tema dell’immagine corporea si rivela particolarmente fragile. Un’alta percentuale di studenti che manifesta una percezione alterata di sé. Questa discrepanza tra il sé percepito e il sé ideale può generare significativo disagio e dissonanza interiore”.

A dirlo durante la conferenza stampa all’IIS Verona Trento per la giornata conclusiva del progetto “I CARE” il prof. Clemente Cedro dell’UniMe.

Con la collaborazione della dott.ssa Elvira La Fauci, ha presentato gli importanti risultati delle azioni di educazione civica, realizzata nell’anno scolastico 2023/24. Progetto che  ha coinvolto i docenti e gli studenti del Triennio dell’Indirizzo “Grafica e Comunicazione”.

L’obiettivo era quello di sperimentare interventi mirati e verificare la loro ricaduta sullo sviluppo di una maggiore consapevolezza affettiva, emotiva e corporea sugli alunni.

“Parallelamente, sul fronte dell’intelligenza emotiva, – prosegue Cedro –  il progetto ha evidenziato un dato incoraggiante. Gli studenti coinvolti hanno mostrato un incremento nelle loro abilità di mentalizzazione come diretta conseguenza delle attività proposte dai docenti.

Questo miglioramento è risultato maggiormente significativo nei partecipanti più giovani. Loro sembrano mostrare una maggiore recettività a questo tipo di intervento”.

“I risultati complessivi del progetto “I Care” – aggiunge La Fauci – ci pongono di fronte a un quadro che evidenzia con forza la necessità impellente di costruire una rete di supporto solida e dinamica.

È fondamentale che la scuola, le famiglie e i professionisti della salute collaborino strettamente per accompagnare i ragazzi nel delicato percorso di strutturazione del loro universo emotivo-affettivo. E nell’instaurazione di relazioni interpersonali sane ed equilibrate”.

Durante la giornata sono state presentate anche le attività creativo-espressive e le attività didattiche-laboratoriali coordinate dai docenti di indirizzo. Tali attività sono state finalizzate alla realizzazione di prodotti di varia tipologia.

Mini tg su violenza di genere, locandine, manifesti, cortometraggio, etc… hanno dato vita alla campagna di sensibilizzazione prevista come prodotto finale.

La dirigente scolastica Simonetta Di Prima ha dichiarato: “E’ stata subito evidente l’importanza di mettere al centro della nostra azione didattica questo progetto, che ha avuto risultati straordinari ed è stato importante per gli studenti e la comunità scolastica.

Siamo profondamente orgogliosi di far parte del progetto ‘I Care’, un’iniziativa che riflette l’impegno della nostra scuola nel coltivare non solo l’intelletto, ma anche il cuore e l’emotività dei nostri studenti.

È necessaria una collaborazione tra istituzioni educative e famiglie, che è essenziale per creare un ambiente sicuro e sostegno per i ragazzi. Siamo determinati a continuare a lavorare insieme per un futuro emotivamente più sano.

Speriamo che questo progetto venga adesso adottato e replicato in tutte le scuole messinesi”. La prof.ssa Mariacristina Costanzo dell’Ufficio VIII-Ambito Territoriale di Messina, ha aggiunto una riflessione: “In un mondo che corre veloce, è vitale fermarci e ascoltare i bisogni invisibili dei nostri giovani.

Il progetto ‘I Care’ è un faro di speranza, che illumina il cammino verso un futuro in cui l’emotività non è soltanto rispettata, ma accolta e nutrita. Ogni adolescente merita di sentirsi compreso, amato e supportato nel suo percorso di crescita personale ed emotiva”.

”Ben vengano progetti come questi che mettono al centro i giovani – spiega l’assessora Cannnata – che ora affrontano con più attenzione i loro legami e hanno capito come avere  rapporti più consapevoli con le alte persone, comprendendo l’importanza di non fare agli altri ciò che non vuole sia fatto a se stessi”.

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