Il deputato regionale di Sicilia Futura, Beppe Picciolo ritiene la necessità di arrivare rapidamente alla fusione tra Cas e Anas. La bocciatura, per l’on. Picciolo sarebbe arrivata per un difetto di comunicazione che ha portato la Commissione Ars a dare il diniego all’unione dei due enti che, invece a suo dire, nel medio periodo potrebbe costituire l’arma in più dei siciliani per colmare il gap infrastrutturale con le Regioni del Nord Itala.
“Sulla fusione Cas-Anas Sicilia Futura ribadisce la volontà di portare a compimento questo percorso che appare l’unico percorribile per mettere in sicurezza la rete autostradale siciliana. Nel medio periodo – aggiunge Picciolo – l’obiettivo è il completamento dell’anello autostradale dell’Isola che verosimilmente metterà la Sicilia con una disponibilità di collegamenti veloci ai vertici della rete italiana, seconda solo alla direttrice nord-sud. La fusione del Consorzio autostrade con l’Anas avrà quindi, come logica conseguenza, la maggiore disponibilità di risorse economiche ed un know-how in grado di accorciare il gap che attualmente ci separa dal resto del Paese. Come ho già ribadito al presidente Faraci ed al direttore generale Perrone – ha ricordato Picciolo – la sonora bocciatura in Commissione del progetto di fusione di Anas e Cas è figlia di una carente comunicazione riguardante le modalità temporali di attuazione del piano di accorpamento dei due enti. Certamente per come è stata posta la questione, con l’idea passata anche agli organi di informazione come primaria, di applicare nuovi balzelli in quei tratti di autostrada attualmente liberi da pedaggi è stato un errore grossolano e privo peraltro di fondamento. Dall’unione delle due strutture – ha evidenziato Picciolo – nell’immediato si avrà il completamento del tanto atteso anello autostradale ed una volta assicurato questo, accompagnato però da percorsi di strade per tutti i cittadini messi perfettamente in sicurezza (anche là dove oggi esistono solo mulattiere) si potrà pensare a rendere ancora più efficiente la rate stradale adeguandoci ai sistemi del nord Italia. E’ infatti impensabile – ha concluso il capogruppo di Sicilia Futura – prospettare un pedaggio per la percorrenza di strade senza dare prima valide alternative. Soprattutto nella parte occidentale della Sicilia il problema esiste ed è molto sentito dai cittadini ai quali non si potrà chiedere una nuova tassa senza proporre una “normale” percorrenza, alla quale poi sì aggiungere l’eccellenza! Un problema analogo esiste anche nella parte orientale della nostra terra e riguarda le province di Messina e Catania, per le quali l’autostrada A18, oggi ridotta ad un eterno cantiere, andrebbe considerata alla stregua di un tangenziale (da qui anche le tante richieste di uscite ravvicinate) poiché l’alternativa della strada provinciale può essere considerata al più un modello di trasferimento per gite romantiche ma certamente inutile in caso, ad esempio, di calamità. Da qui la necessità di rivedere tutto il sistema stradale siciliano e la possibilità che dalla fusione di Cas ed Anas escano nuove prospettive di sviluppo per il territorio ed anche economie di scala (a beneficio degli utenti) che certamente deriverebbero dall’ottimizzazione delle risorse”.