A una svolta l’inchiesta sul fallito attentato a Giuseppe Antoci, che nella notte del 18 maggio del 2016 scampò a una raffica di mitragliate nel Bosco della Miraglia, nel messinese. La Direzione distrettuale di Messina ha emesso una decina di avvisi di garanzia che sono stati notificati ieri sera agli indagati. Le informazioni di garanzia, come si apprende, servono per potere eseguire gli accertamenti tecnici non ripetibili a carico degli indagati. Si tratterebbe del prelievo di campioni di Dna ai destinatari degli avvisi di garanzia. Nell’agguato furono ritrovati ai bordi della strada delle molotov e diversi mozziconi di sigarette.
“Apprendo dagli organi di stampa che sono stati emessi parecchi avvisi di garanzia nei confronti di più di dieci persone che sarebbero coinvolte nel mio attentato. Ho sempre avuto grande fiducia nei magistrati e nelle forze dell’ordine che indagano con costanza e tenacia e avevo ragione” ha commentato Antoci.
“L’ipotesi sarebbe quella di tentato omicidio per quanto accaduto la notte dell’attentato”, fa sapere. “E’ passato un anno da quella notte tremenda, non sarò mai più la stessa persona che ero fino al 17 maggio del 2016, non potrò più esserlo, la mia vita è cambiata come sono cambiate le mie notti, i miei sogni, le mie paure. Ma quando vedo i risultati che stiamo ottenendo nella lotta alla mafia attraverso il Protocollo di Legalità, quando vedo tanta gente che ci crede, quando vedo tanti giovani che mi dicono ‘andiamo avanti’, allora, a quel punto, tutto diventa più chiaro e più sereno, come quando nel cielo si diradano le nuvole. Adesso le nuvole cominciano a diradarsi anche nelle indagini, spero che presto arrivi il sole”, ha concluso Antoci.