Domenica 15 aprile la V stagione di Atto Unico. Scene di Vita, Vite di Scena all’ex Chiesa di Santa Maria Alemanna, in via Sant’Elia 16, a Messina, prosegue con Naufragio. Un preludio, quattro movimenti, una fuga e il consueto doppio spettacolo alle 18 e alle 21. Lo spettacolo, scritto e diretto da Auretta Sterrantino – anche direttore artistico di Atto Unico – è interpretato da Marialaura Ardizzone; le musiche dal vivo sono composte ed eseguite dal vivo al pianoforte da Filippo La Marca; allestimento e costumi sono di Valeria Mendolia, disegno luci di Stefano Barbagallo.
Naufragio, prodotto da Qa-QuasiAnonimaProduzioni, ha debuttato all’interno della rassegna “Promontorio Nord”, diretta da Roberto Bonaventura, a Capo Rasocolmo, lo scorso agosto sulla costiera tirrenica messinese, presso la Cantina Reitano. Lo studio prende spunto dal celebre frammento del poeta lirico greco Simonide di Ceo, Il lamento di Danae, e racconta le stagioni della vita di una donna in lotta con la famiglia e con la società, una donna dal carattere ribelle e forte, ma priva di mezzi per poter affermare il proprio libero arbitrio.
«Portato in scena senza alcun tipo di supporto tecnico – rivela Auretta Sterrantino – ha goduto dei cambi di luce naturali che ci hanno accompagnato fin dopo il tramonto, dei suoni della natura, misti al nostro quartetto d’archi, dei suoi odori, delle sue presenze, come i gabbiani che volavano durante lo spettacolo. Allora l’insieme è risultato essere una totale fusione tra messinscena e ambiente circostante. Per ben lavorare sul nuovo spazio è stato immediatamente necessario pensare alle luci insieme a Stefano Barbagallo, e cercare di comprendere cosa è possibile ottenere lavorando in un contesto che pone numerose limitazioni dal punto di vista tecnico, senza offrire grandi soluzioni “naturali”. Il primo passo nel lavoro con Marialaura Ardizzone è stato definire con maggiore precisione gli interlocutori di Danae (la protagonista), per aprire una sorta di faro su di lei e sospenderla di fronte allo spettatore in una realtà circoscritta seppure evocata. Il secondo passo è stato un lavoro sulla voce, alla ricerca di sonorità più basse e piene. Il terzo passo è stato il cambio di strumenti: dal quartetto d’archi, perfetto per una situazione acustica come il contesto in cui ci trovavamo, al pianoforte, più adeguato all’acustica della chiesa e ad accompagnare una voce amplificata.»
Naufragio è la metafora della lotta per la libertà e il diritto di esistere. È metafora della vita che cerca la vita. È metafora della gioia di vivere immersi e compenetrati in ciò che ci circonda sebbene ci si scontri con l’egoismo di chi vive solo per autocelebrarsi, mantenere intatto il potere, continuando la propria esistenza secondo leggi di discendenza rigide e preordinate. Costante compagno, interlocutore, amico, specchio e conforto per Danae è il mare, salvifico anche quando apparentemente impietoso.