Depositate le motivazioni della sentenza d’appello sull’alluvione nel 2009 che provocò 37 morti. Una sentenza che ha ribaltato la condanna di primo grado scagionando i due sindaci Giuseppe Buzzanca e Mario Briguglio rispettivamente primo cittadino di Messina e di scaletta Zanclea all’epoca dei fatti. Ed è proprio nelle motivazioni che si legge come “gli accertamenti sugli orari in cui sindaci venivano avvertiti circa quanto stava accadendo nelle zone di territorio colpite dal disastro escludono che si potessero intervenire, ordinando l’allertamento e l’evacuazione della popolazione“. Nelle 154 pagine delle motivazioni la Corte d’Appello spiega il perché dell’assoluzione arrivata lo scorso 19 luglio “non pare possa addebitarti i sindaci di non aver dato attuazione per l’emergenza i piani di Protezione civile in vigore nei due comuni, che, in realtà, nulla prevedevano per simili fenomeni che, comunque, si palesavano come del tutto generici rispetto alla pianificazione delle attività operative conseguenti ognuna delle fasi di allerta previste”. La corte d’appello sottolinea inoltre come sindaci “apprendevano dei fatti che stavano accadendo quando erano già in corso le colate detritiche o, addirittura, quando la tragedia si era già consumata“.