Aziende, edifici, ville e terreni, sequestrati tutti i beni dell’imprenditore Antonino Smiriglia

Sei aziende del settore della produzione di calcestruzzo, costruzioni di edifici residenziali, civili e industriali, estrazione cave, frantumazione di pietre e materiali vari, quattro fabbricati (di cui una villa), 7 terreni, 2 mezzi e vari rapporti finanziari, per un valore complessivo pari a circa 3,5 milioni di euro. Sono questi i beni che la Dia ha sequestrato oggi a all’imprenditore Antonino Smiriglia, considerato dagli investigatori vicino alla consorteria mafiosa della “famiglia di Mistretta”. Il professionista pur essendo destinatario, nel tempo, di svariate investigazioni giudiziarie di competenza di più distretti giudiziari non ha mai subito provvedimenti di condanna per reati associativi o connessi agli ambienti della criminalità organizzata. Ma dalle indagini emerge il legame tra l’imprenditore e la criminalità organizzata attiva prevalentemente nell’area Nebroidea e Barcellonese, ed in particolare alla “famiglia di Mistretta”. Ed è proprio in forza di tali legami affaristici che secondo la procura Smiriglia avrebbe ottenuto, attraverso le sue imprese, commesse pubbliche i cui introiti, avrebbero, in parte, rimpinguato le tasche di “Cosa Nostra”. Sarebbe stata documentata la sua vicinanza a contesti criminali associativi partecipando, anche direttamente, a summit mafiosi, essendo – di fatto – un riferimento importante per diverse consorterie criminali espressioni locali messinesi di Cosa Nostra. A confermare lo spessore di Smiriglia, nonostante si passato indenne da vari provvedimenti giudiziari sono state le dichiarazioni di collaboratori di giustizia come Carmelo Bisognano. Allo stato, l’imprenditore è imputato in procedimenti penali, pendenti presso la Procura della Repubblica di Patti, per bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale in ordine a contesti societari nella sua disponibilità.