Maurizio De Lucia è il nuovo capo della Procura della Repubblica di Messina, sostituisce Guido Lo Forte

E’ Maurizio De Lucia il nuovo capo della Procura di Messina. A nominarlo e’ stato oggi, all’unanimita’, il plenum del Csm: il magistrato, finora, ha svolto funzioni di pm presso la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Tra le nomine votate stamane a Palazzo dei Marescialli anche quella del nuovo procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido, che fino ad oggi e’ stato pubblico ministero nel capoluogo siciliano, quella di Giuseppe Lombardo, finora pm, come aggiunto a Reggio Calabria e quella di Maria Antonia Vertaldi alla presidenza del tribunale di sorveglianza di Roma. Vertaldi ha finora ricoperto il medesimo incarico all’ufficio giudiziario di Salerno.

Maurizio De Lucia è nato nel 1961 a Trieste, dopo studi universitari presso l’Università Federico II di Napoli è entrato in magistratura. Alla Procura di Palermo è arrivato nel 1991,da giovane sostituto ha vissuto il drammatico periodo delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Per anni si è occupato di reati economici ed ha indagato sulla pubblica amministrazione, esperienza che si è rivelata fondamentale nelle sue successive indagini sulle infiltrazioni mafiose nel mondo degli appalti. Dal 1998 ha fatto parte della Direzione Distrettuale Antimafia, dove ha sviluppato un’esperienza investigativa e processuale a tutto campo, maturando una profonda comprensione del fenomeno mafioso e dei suoi pervasivi intrecci con la società.

Una conoscenza unica, arricchita dalle testimonianze di chi la mafia l’ha vissuta dal di dentro. Sono stati decine i collaboratori di giustizia che hanno deciso di passare dalla parte dello Stato affidandogli i loro racconti. Tra questi Angelo Siino, il c.d. ministro dei lavori pubblici dei corleonesi, killers come Francesco Paolo Anzelmo e Salvatore Cucuzza, donne di Cosa Nostra come Giusy Vitale, esponenti di quella politica che con le cosche è scesa a patti come Francesco Campanella .

Maurizio de Lucia ha condotto alcune tra le principali inchieste della procura di Palermo degli ultimi dieci anni: dalla c.d. tangentopoli siciliana a quella sui rapporti tra mafia e massoneria che ha portato alla sbarra il commericialista di Riina, Pino Mandalari; a quelle che hanno portato alla individuazione dei killers del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e dell’on. Pio La Torre; al processo contro gli assassini dei funzionari regionali Giovanni Bonsignore e Filippo Basile. Ancora si possono ricordare il proc. c.d. Grande mandamento, che ha annientato la rete dei favoreggiatori di Bernardo Provenzano; il proc. c.d. Gotha, che, nel giugno 2006, ha portato alla cattura tra gli altri di 16 dei capi mandamento mafiosi che governavano Palermo; il proc. c.d. Perseo, che nel dicembre 2008, con l’arresto di 99 esponenti delle famiglie mafiose della provincia di Palermo ha impedito il tentativo di ricostituzione della commissione provinciale di Cosa nostra, il proc. c.d. talpe, che, tra l’altro, ha portato alla condanna dell’allora presidente della Regione Siciliana alla pena di 7 anni di reclusione per il delitto di favoreggiamento aggravato ex art. 7 l. 203/91.

Inoltre, le tantissime indagini che hanno portato al processo ed alla condanna decine e decine di esponenti delle famiglie mafiose di Palermo ed alla scoperta di centinaia di estorsioni, piaga che tutt’ora affligge la città. Dal giugno 2009 è sostituto Procuratore Nazionale Antimafia presso la Direzione Nazionale Antimafia, con compiti di collegamento e coordinamento investigativo con le DDA di Palermo e Caltanissetta, coordinatore nazionale delle seguanti materie di interesse della DNA: usura ed estorsioni; infiltrazioni mafiose nell’agricoltura; gestione dei soggetti detenuti sottoposti al regime di cui all’art. 41 bis o.p. Adesso guiderà la Procura di Messina.

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