Il Presidente della Regione Schifani minacciato di morte

Prima una lettera intimidatoria e poi alcune telefonate minacciose, obiettivo anche i suoi familiari

Un clima teso e inquietante si abbatte sul Palazzo d’Orléans: il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, è finito nel mirino di ignoti che gli hanno recapitato minacce di morte. Il tutto è cominciato con una lettera arrivata direttamente alla sua abitazione: poche parole scritte a mano, ma dal messaggio pesantissimo – “Brucerai nei tuoi bruciatori” – un chiaro riferimento alla battaglia politica del governatore a favore della costruzione dei termovalorizzatori in Sicilia.

Non si è trattato di un episodio isolato. Nei giorni successivi, la segreteria della Presidenza è stata bersaglio di telefonate anonime, con la voce camuffata e toni intimidatori. In una delle chiamate è stato detto: “Il crack è sofferenza alla tua famiglia Schifani”, collegando forse le minacce anche alla recente legge regionale per contrastare l’uso della droga.

La Digos di Palermo e la Procura, guidata da Maurizio de Lucia, hanno aperto un’inchiesta. Si lavora a tutto campo per risalire agli autori, analizzando la calligrafia, le registrazioni audio e i tracciati telefonici.

Nel frattempo, il mondo politico si stringe attorno al presidente. Arrivano attestati di solidarietà da tutte le forze, a partire dalla deputata Carolina Varchi fino al presidente dell’ARS Gaetano Galvagno. Anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha espresso “ferma condanna” per l’accaduto.

Una pagina oscura, che riporta l’attenzione sulla sicurezza delle istituzioni e su quanto la tensione possa trasformarsi in pericolo reale. Ma dal governatore, nessuna intenzione di arretrare: “Avanti con determinazione”, fanno sapere dal suo entourage.

 

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