Durante immersione, non si conoscono le cause. Aveva 39 anni
Un sub olandese che stava lavorando al recupero del Bayesian, il veliero affondato al largo di Porticello la notte del 19 agosto, è morto nel corso di un’immersione.
Non si conoscono ancora le cause del decesso.
Si chiamava Robcornelis Maria Huijben Uiben, lavorava per una delle imprese coinvolte nel complesso recupero del relitto: la Hebo Maritiemservice, specializzata in operazioni offshore. Era uno degli esperti incaricati di preparare l’imponente yacht da 56 metri per il sollevamento, un lavoro estremo e ad alto rischio.
Non ci sarebbero segni evidenti di trauma. Né ferite, né urti. Le prime ipotesi parlano di malore improvviso o possibile guasto dell’equipaggiamento. L’autopsia dovrà chiarire le cause esatte del decesso, mentre le autorità marittime e la Capitaneria stanno già lavorando per ricostruire ogni fase dell’immersione fatale. Gli operai stavano lavorando per eseguire le operazioni preparatorie per recuperare il relitto.
Riportato in superficie, i sanitari a bordo della Hebo 2 ed Hebo 10 hanno provato a rianimarlo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e la guardia costiera.
Le operazioni, partite il 3 maggio con l’arrivo delle piattaforme galleggianti Hebo Lift 2 e Hebo Lift 10, avevano già richiesto tagli delicati all’albero maestro di 75 metri per rendere possibile il recupero. La missione, già considerata tra le più complesse mai condotte in Sicilia, ora è segnata da un nuovo lutto.
Con la morte di Uiben, il bilancio delle vittime legate al Bayesian sale a otto. Una scia di dolore che continua a insinuarsi sotto la superficie calma del Tirreno, rendendo sempre più cupa la storia di questo yacht di lusso trasformato in relitto.