Il giovane catanese è stato arrestato dai militari dell’Arma a San Pier Niceto. Denunciato anche un complice
La prassi è sempre la stessa, ci si finge carabiniere o avvocato simulando un incidente che potrebbe mettere nei guai un parente. Per salvare il congiunto dall’arresto si chiede il pagamento di una somma di denaro. Stavolta la truffa non è andata a buon fine: arrestato un 20enne e denunciato un complice 22enne, entrambi catanesi.
Prima una telefonata di un finto Maresciallo dei Carabinieri, che ha fatto credere a un anziano che suo figlio era coinvolto in un sinistro stradale. L’uomo avrebbe dovuto pagare una somma di denaro per scongiurare ulteriori conseguenze.
Poco dopo un uomo si è presentato presso l’abitazione della vittima, per riscuotere la somma di 15.000 euro in contanti. Denaro richiesto per risolvere una fantomatica controversia con la quale aveva fatto credere al malcapitato che il figlio era stato trattenuto in caserma in seguito a un incidente stradale.
È accaduto sabato scorso a un pensionato di San Pier Niceto. L’uomo era stato circuito da una persona, poi individuata, tramite un’immediata attività d’indagine, e arrestata dai Carabinieri per tentata estorsione.
Fondamentale è stata la prontezza della vittima, la quale, insospettita dalla telefonata ricevuta e dal contatto avuto con l’uomo che si era recato presso la sua abitazione per chiedergli i soldi, ha preso tempo, allertando il 112.
I militari dell’Arma, tra cui un Maresciallo della Compagnia di Milazzo libero dal servizio, sono intervenuti nella zona, individuando, grazie alle descrizioni dell’anziano, il truffatore.
Si tratta di un 20enne di Catania che è stato bloccato poco dopo nelle vicinanze. Dalle successive indagini, è stato individuato anche un complice, un 22enne, anche lui del capoluogo etneo, che si trovava in zona.
I due giovani sono stati condotti in caserma, e, definito il quadro indiziario, i militari dell’Arma hanno formalizzato l’arresto in ordine al reato di tentata estorsione nei confronti del 20enne. Il giovane condotto in carcere, il complice denunciato in stato di libertà.
Di fondamentale importanza, come spesso accade, è stata la collaborazione della vittima, che, avendo compreso di poter essere oggetto di una truffa, ha subito chiamato i Carabinieri.
L’attività rientra nell’azione di contrasto dei Reparti del Comando Provinciale Carabinieri di Messina del fenomeno delle truffe agli anziani. Attività che sinora ha consentito, dal 2024, di arrestare ben 13 persone attraverso le attività di indagine e di controllo del territorio.
Per combattere questi truffatori, i militari dell’Arma da tempo stanno svolgendo anche campagne informative in favore delle possibili vittime di questi gravi reati. Si organizzano incontri in centri anziani e parrocchie. Attraverso i media si diffondono consigli per evitare i raggiri che hanno permesso in più circostanze di sventare numerose truffe, non andate a buon fine.
Quanto accaduto dimostra quanto sia importante parlare di questo fenomeno. Innanzitutto è sempre necessario precisare che le Forze di Polizia assolutamente non si rivolgono ai cittadini chiedendo denaro o preziosi per asseriti pagamenti di cauzioni o altro.
Nel caso in cui si viene contattati, è fondamentale chiamare nell’immediatezza il 112, sia da parte di chi ha subito un tentativo di una truffa e sia da parte di chi, purtroppo, si è accorto di esserne stato vittima.
La chiamata al numero di emergenza infatti può consentire ai militari dell’Arma e alle altre Forze di Polizia di intervenire subito e individuare con rapidità i responsabili. La collaborazione delle vittime e di tutti i cittadini informati su eventi o situazioni fraudolente diventa spesso indispensabile.