A Messina unico centro siciliano per riabilitazione amputati

I trattamenti effettuati nel 2024 sono stati circa 700

A Messina è attiva l’Unità operativa semplice dipartimentale medicina riabilitativa per “pazienti amputati”, afferente al Dipartimento Attività Socio Sanitarie dell’Asp di Messina.

L’Uo è diretta dal Responsabile dr. Roberto Trifirò specialista fisiatra. E’ indirizzata alle persone che a seguito di un evento traumatico o altra causa perdono un arto o parte di esso.

Il paziente amputato dimesso dall’ospedale, spesso non ha indicazioni su come procedere per il proprio recupero funzionale ed il ritorno all’autonomia.

L’Unità Operativa, unica realtà nel suo genere sul territorio siciliano, garantisce la continuità ospedale-territorio, nello specifico l’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina. Come Azienda capofila ha redatto dei protocolli di intesa interaziendali con le Aziende Papardo, Ircss Centro Neurolesi Bonino Pulejo e Policlinico Universitario G. Martino di Messina.

Ciò per consentire al medico fisiatria dell’Asp di sottoporre a consulenza presso le Unità Operative ospedaliere di chirurgia vascolare, chirurgia plastica, ortopedia e chirurgia d’urgenza dei su menzionati presidi ospedalieri i pazienti.

Ma soprattutto di proporre il percorso riabilitativo più idoneo alla menomazione da trattare. Lo specialista dopo aver visitato il paziente, propone allo stesso al momento della dimissione ospedaliera, la presa in carico domiciliare della durata di 12 – 18 settimane.

Terminato il periodo di cure domiciliari, le stesse proseguiranno presso l’ambulatorio, sito al pad. 7 della Cittadella della salute ex ospedale Mandalari. Il paziente in questo periodo verrà sottoposto a riabilitazione in palestra, uso di terapia fisica strumentale per alleviare il dolore dell’impianto di protesi dell’arto amputato.

Il paziente sarà trattato con robotica (caren), presso il Laboratorio Neuroriabilitazione Robotica e Cognitiva del Centro Neurolesi Bonino Pulejo di Casazza.

La perdita di un arto comporta l’impossibilità ad espletare tutte le funzioni ad esso collegate, la possibilità di essere autonomi o indipendenti. Una persona sana può scegliere quale azione fare, in quale momento e perché, al contrario di un individuo sottoposto ad amputazione di uno o più arti.

La mission dell’equipe multidisciplinare è quello di rieducare una persona a recuperare una funzione persa, nonostante l’unità funzionale non esista più. Lo scopo è di renderla nuovamente autonoma e libera, accompagnandola alla scoperta di quello che può ancora fare e di una diversa modalità di compiere azioni e svolgere attività già conosciute.

In questa fase è fondamentale ascoltare il paziente e le vicissitudini che una dietro l’altra hanno condotto alla perdita di uno o più arti. Altrettanto utile è capire la personalità del paziente che si deve condurre al recupero funzionale.

L’amputazione del corpo è la rappresentazione più cruda, concreta ed evidente della perdita di una parte di sé. L’attuale operatività della UOSD, consente di trattare mediamente 10 pazienti al giorno, suddivisi tra ambulatorio e domicilio.

I trattamenti effettuati nel 2024 sono stati circa 700. L’attesa implementazione d’organico consentirà sempre più di fornire un servizio per la collettività.

La Direzione strategica dell’Asp, composta dal Direttore Generale Giuseppe Cuccì, il direttore amministrativo Giancarlo Niutta e il direttore sanitario Giuseppe Ranieri Trimarchi hanno evidenziato: “L’approccio multidisciplinare adottato non solo favorisce il trattamento e la riabilitazione dei pazienti, ma contribuisce anche a garantire un sistema di supporto adeguato alle loro esigenze specifiche.

È fondamentale continuare a rafforzare le collaborazioni tra i vari enti coinvolti e investire in formazione e risorse per il personale, al fine di ottimizzare i risultati dei percorsi terapeutici.

Il monitoraggio costante e la valutazione dell’efficacia delle attività svolte rappresentano passi cruciali per il miglioramento continuo dei servizi offerti a questo segmento di pazienti”.

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