“Robert Schumann: Giardini vibranti lungo il tempo”, per il ciclo “Musica e letteratura”, al Palacultura di Messina, nell’ambito della stagione concertistica organizzata dall’Accademia Filarmonica e dall’Associazione Bellini. Il Trio Metamorphosi, composto da Mauro Loguercio al violino e dai due fratelli Angelo e Francesco Pepicelli, rispettivamente al pianoforte e al violoncello ha così eseguito i due trii op. 63 e op. 80 di Schumann, introdotti dai testi di Quitino Principe che i tre artisti hanno letto allo scopo di fornire notizie e aneddoti sulla vita quotidiana del compositore tedesco al tempo della gestazione dei trii.
I primi due, magistralmente eseguiti al Palacultura, furono concepiti e composti nel 1847.
L’op. 63, caratterizzata da un clima romantico e appassionato, fu composta a Dresda e fu eseguita per la prima volta nella residenza degli Schumann a Lipsia. Pathos e intenso lirismo, combinazione perfetta di equilibri tra gli strumenti fanno del primo il trio riconosciuto universalmente come il più riuscito.
L’op. 80, composto anch’esso a Dresda ed eseguito privatamente per la prima volta, è pervaso da un’allegria e da un’immediatezza giovanili che si innestano nel solco della tradizione beethoveniana.
La performance del Trio Metamorphosi, il cui nome allude a un costante processo di cambiamento, è il frutto di una profonda conoscenza del repertorio di Schumann, del quale è stata peraltro registrata per la prestigiosa etichetta Decca l’integrale per trio. Non si spiegherebbero altrimenti la perfezione dell’esecuzione e un’inusitata maniera di calare lo spettatore non soltanto nell’effondersi delle note ma, e ancor di più, nell’anima di quel compositore che tra le annotazioni sui trii intercalava letture, quisquilie del quotidiano e i talleri destinati alle spese della moglie Clara.