Con metodi sistematici e consolidati nel tempo,Antonio Corica 52 anni e Antonino Ferlito 51 anni i due medici in servizio di emergenza sanitaria 118, si sarebbero assentati dal posto di lavoro, simulandone la loro presenza per interi turni di servizio notturno di 12 ore e provvedendo a sottoscrivere l’apposito registro. Per i poliziotti che hanno condotto le indagini, durante i turni di servizio notturno i medici sarebbero rimasti a casa o in altri luoghi, ben lontani dalla sede di lavoro.
L’accurata attività di indagine condotta dai poliziotti del Commissariato P.S. di Taormina, coordinati dalla Procura della Repubblica di Messina, avrebbe permesso di accertare una continuità di consumazione di illecite condotte a partire dal 2014 e riscontrata fino all’agosto 2016, che ha denotato una personalità alquanto spavalda e prepotente in capo ai due indagati, che avrebbero agito con fare consolidato, quasi imposto a colleghi e subordinati.
Il lavoro svolto dagli investigatori attraverso servizi di osservazione, con telecamere poste nella sede di lavoro, acquisizioni di copie dei registri di presenza dei sanitari, intercettazioni telefoniche e minuziosa attività di analisi dei tabulati delle utenze telefoniche, avrebbe permesso di smascherare una sistematicità di spudorate assenze dei due medici dal posto di lavoro in contrasto con le firme presenza apposte sui registri successivamente al turno di servizio. Sarebbero ben 40 gli episodi accertati in capo ad un medico e 36 quelli attribuibili all’altro.
Dalle indagini sarebbe emerso che i sanitari si “mettevano” nei turni, coprendosi a vicenda ed, alternandosi, non effettuavano del tutto la notte in cui restava in servizio uno solo, accordandosi, così, dello “scarabocchio” da apporre sul registro delle presenza. Senza preoccuparsi di nascondere le illecite condotte, ponevano in essere atteggiamenti di sfida nei confronti dei colleghi di lavoro e di chiunque provasse a contrastarli “…è la mia parola contro la sua…”
Disposto dal Gip a carico di ciascuno degli indagati, il sequestro preventivo per equivalente di somme di denaro pari a oltre 16 mila euro per l’uno e quasi 15 mila euro per l’altro, quale danno arrecato alla Pubblica Amministrazione quantificabile per ogni singolo episodio accertato in capo ai due medici, che dovranno rispondere dei reati di truffa aggravata e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.