Si è svolta presso il Rettorato, una manifestazione in cui i principali protagonisti sono stati gli studenti universitari e degli istituti di istruzione secondaria cittadini ed attraverso la quale l’Ateneo, nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci, ha voluto riaffermare il proprio impegno sul fronte della cultura della legalità e della lotta ai fenomeni criminali.
“I giovani e la lotta alla mafia. In ricordo di Giovanni Falcone” è stato il tema dell’iniziativa, organizzata dal Centro Studi e Ricerche sulla Criminalità Mafiosa e sui Fenomeni di Corruzione Politico-Amministrativa, in collaborazione con il Centro di Orientamento e Placement.
La giornata ha avuto inizio, nell’atrio dell’Ateneo, con una mostra fotografica sul fenomeno mafioso. L’esposizione è stata curata da tutte le associazioni studentesche universitarie, che con impegno e passione hanno fornito il proprio contributo. Gli stessi studenti hanno accolto gli ospiti e i ragazzi delle scuole secondarie, invitati attraverso il Centro Orientamento e Placement d’Ateneo, che ha anche fornito informazioni sulla nuova offerta didattica.
In Aula Magna, subito dopo, si è svolto un seminario, al quale sono intervenuti il Rettore Pietro Navarra, il Presidente del Centro Studi Giovanni Moschella e il prof. Luigi Chiara, Direttore del Centro, che hanno introdotto importanti testimonianze, come quelle del Procuratore della Repubblica di Barcellona P.G. Emanuele Crescenti, del Presidente del Tribunale di Messina Antonino Totaro e del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Messina Giovanni D’Angelo.
Dopo aver ringraziato gli ospiti , il Rettore ha sottolineato quanto sia importante trattare un tema come questo all’interno dell’Università, perché gli atenei e le scuole possono contribuire alla lotta alla mafia, affermando due cose fondamentali: il valore delle regole e il valore del merito.
“Questa iniziativa del Centro Studi sulla criminalità – ha detto il prof. Moschella – è stata rivolta agli studenti delle università e delle scuole perché bisogna formare la coscienza civile e il senso dello Stato delle nuove generazioni e lo si può fare attraverso la capacità propria degli atenei di fornire ai giovani gli strumenti di critica”.
Particolarmente significativo, al termine, l’intervento di Salvo Bertoncini, uno degli studenti di Unime che hanno avuto un ruolo fondamentale nell’allestimento della mostra fotografica, le cui riflessioni sono servite a evidenziare il valore che anche per i giovani riveste la cultura della legalità, attraverso l’affermazione del merito.