Sciopero Liberty Lines, Ugl Mare & Porti si scusa con l’utenza e chiede sostegno ai sindaci delle isole minori

«Lo spirito di servizio che ha sempre mosso le prestazioni della categoria a favore delle isole siciliane ci induce a scusarci anticipatamente con l´utenza per i disagi che deriveranno dallo sciopero indetto per il 30 gennaio anche dalla nostra organizzazione». È quanto dichiarato dall’Ugl Mare & Porti, che lancia contestualmente un appello al dialogo, nonostante la Liberty Lines non abbia finora mostrato alcun interesse a percorre strade alternative rispetto a quella del licenziamento collettivo dei 72 dipendenti (59 unità di personale navigante, 5 di comandata, 5 di biglietterie, 3 amministrativo). «Evidenziamo – affermano in particolare il segretario Ugl Messina Antonino Sciotto e il segretario della federazione provinciale “Ugl Mare e Porti” Giacomo Nicocia – come l’atteggiamento della società sia altamente lesivo della dignità dei lavoratori, che continuano a essere mortificati e privati dei loro diritti». Stante il perdurare dell’attuale politica adottata dalla società di navigazione, l’Ugl “Mare & Porti” non esclude il ricorso ad ulteriori forme di protesta anche con scioperi e chiede alle amministrazioni comunali delle isole minori di sostenere la medesima lotta  a garanzia dei loro cittadini.

«Il datore di lavoro – denuncia l’Ugl Mare & Porti – non ha provveduto a indicare in modo chiaro i criteri adottati nella redazione dell’elenco contenente i 72 nominativi dei marittimi destinatari dei provvedimenti di licenziamento. Per mero scrupolo si rappresenta che l’individuazione dei suddetti lavoratori non potrà avvenire in base al criterio della navigazione svolta a bordo delle unità sociali impegnate nello svolgimento del servizio di traghettamento nell’area dello stretto. Tale criterio non potrà bypassarne altri ancora più stringenti, primo fra tutti quello dell’anzianità di servizio. Si ribadisce, inoltre, che i lavoratori impegnati nell’area dello stretto non possono risultare gli unici destinatari di una procedura collettiva di licenziamento sol perché impegnati presso unità produttive soppresse».

Un altro aspetto fondamentale, secondo il sindacato, riguarda il mancato assolvimento dell’obbligo, da parte di Liberty Lines, di verificare e indicare con chiarezza la forza lavoro necessaria e il fabbisogno della flotta. «Al riguardo – affermano i vertici della Ugl Mare & Porti – dovrà tenersi nella dovuta considerazione come l’eventuale riduzione di personale potrà senza dubbio risultare contenuta e limitata ad un numero inferiore di lavoratori allorquando si sarà proceduto ad adottare un’organizzazione del lavoro e una turnazione degli equipaggi pienamente corrispondente alla normativa contrattuale in essere. Si insiste, dunque, nella richiesta di revisione dell’elenco del personale oggetto di licenziamento, affinché lo stesso sia elaborato nel pieno rispetto dei criteri contrattuali e di legge».

Infine, la decisione di perseverare lungo la strada del licenziamento collettivo «potrebbe precludere – affermano ancora dalla “Ugl Mare & Porti” – la possibilità futura di partecipare a gare d’appalto nazionali o regionali nel momento in cui l’amministrazione competente dovesse decidere di introdurre nella lex specialis disposizioni atte a impedire la partecipazione a quei soggetti che in tempi recenti dovessero avere attivato procedure di licenziamento. Ciò, evidentemente, porrebbe una pietra tombale non soltanto sul futuro dei lavoratori ma su quello della stessa azienda. Attendiamo dalla Liberty Lines – conclude la nota – soluzioni eque e dignitose, che siano in grado di rilanciare nuove sfide per la società di navigazione, per il personale navigante e per tutti i  dipendenti».

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