Il fisioterapista di Nibali ci spiega cosa accade ai ciclisti dopo aver tagliato il traguardo

In questo periodo il ciclista messinese Vincenzo Nibali, lo Squalo dello Stretto, è sotto i riflettori per più motivi. Il suo importante infortunio avvenuto nel Tour de France (e a cui era felice di partecipare per il fascino del percorso stesso) ha messo in pericolo la sua carriera. Una frattura vertebrale tale da averlo portato a subire un intervento di vertebroplastica. Dopo solo 9 giorni dall’operazione, il ciclista siciliano è tornato ad allenarsi, ma nessuno si sarebbe immaginato che riuscisse a riprendersi così in fretta, tanto da vederlo competere già ad agosto, nella Vuelta di Spagna.

Purtroppo però, anche se i pronostici di Betway e dei simili siti non danno ancora quotazioni precise sul vincitore della Vuelta, proprio nelle recenti interviste il ciclista messinese ha dichiarato di sentirsi sempre molto dolorante e non è sicuro di riuscire a portare a termine la competizione spagnola.

Il post gara di Nibali.

Quello che vogliamo affrontare oggi però non è il singolo infortunio di Nibali, di cui sicuramente ne sentiremo discutere ancora per molto tempo. Parleremo  invece del suo abituale recupero nei post gara e quello degli altri ciclisti, che a volte lasciano gli spettatori a bocca aperta per il bizzarro atteggiamento che hanno una volta tagliato il traguardo. Sagan, il ciclista slovacco, per esempio, a fina gara oltre a bere come tutti i suoi compagni, si mangia un’abbondante manciata di caramelle gommose. Altri si buttano giù litri di bibite gassate e molto zuccherate, altri ancora dei beveroni decisamente strani a vedersi.

Cosa fa invece Vincenzo Nibali una volta che è arrivato al traguardo? Lo spiega Michele Pallini, il fisioterapista che lavora nel ciclismo da 23 anni e che segue personalmente Nibali da 10, a una TV spagnola, sottolineando quanto sia importante il post gara dopo ogni tappa.

“Il primo recupero inizia al traguardo con la reintroduzione di liquidi appositamente preparati per ogni ciclista da un medico e un nutrizionista” dice Pallini, che prosegue spiegando gli iter successivi: “I ciclisti poi chiedono acqua o una bibita, perché le bibite, a parte la buona sensazione che provocano, danno un buon apporto di carboidrati”.

L’intervistatore chiede poi se può essere utile anche l’integrazione di qualcosa come una banana o una barra energetica. Il fisioterapista dice che i ciclisti il cibo solido lo trovano in seguito sull’autobus dopo essersi pesati per il controllo dei liquidi persi e dopo essersi fatti la doccia. Quindi mangiano pasta, frutta e riso. Poi l’intervistatore cambia argomento e chiede com’è Nibali quando arriva al traguardo.

“Dipende, se arriva tra le prime posizioni è felice, sennò si arrabbia molto, come tutti” risponde scherzando Pallini.

Il fisioterapista torna a spiegare che il miglior modo dopo la gara di trattare i muscoli ancora caldi non è la pressoterapia o l’indossare dei pantaloni raffreddanti, ma immergersi per circa un quarto d’ora in una vasca di acqua che possa abbassare la temperatura corporea.

Il rientro in albergo.

Pallini spiega quindi gli altri passaggi della giornata: “Quando arriviamo all’hotel fanno un massaggio, poi cenano e vanno a dormire. Noi abbiamo anche l’osteopata e cerchiamo di rispettare i tempi con una sessione di massaggi, osteopata, cena e a dormire”.

Infine spiega che ci sono diverse intensità di massaggio utilizzate nel post gara. La loro forza cambia a seconda dell’intensità della tappa fatta dal ciclista. L’equipe di Nibali utilizza tra l’altro una terapia cellulare attiva, studiata appositamente per decontratturare i muscoli, per il recupero rapido e per la prevenzione degli infortuni.

L’intervista si conclude con i migliori auguri per il ciclista messinese sia da parte dell’intervistatore che dal fisioterapista Pallini. Anche tutti i tifosi gli augurano di tornare presto a vincere.

Nibali sta ovviamente cercando di fare del suo meglio e di superare prima possibile questo momento così duro della sua carriera. Una delle sue ultime dichiarazioni rilasciate in Spagna (in cui ha chiesto di essere lasciato in pace per una decina di giorni) fa riflettere su un altro importante aspetto del post gara dello Squalo dello Stretto: il poter vivere in tranquillità senza essere assalito da chi vuole sapere se ce la farà o meno ad andare avanti.

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