Il Comune di Messina e un suo funzionario sono stati condannati a risarcire oltre 800 mila euro
Dopo ben diciotto anni arriva alla conclusione in sede civile per il risarcimento della morte di Alessandro Riccina. La vicenda tra origine dalla morte, avvenuta il 30 settembre 2005, del piccolo Alessandro (all’epoca dodicenne), deceduto a seguito della caduta (avvenuta il 26 settembre 2005) nel corridoio di accesso ai locali tecnici di servizio della piscina e della palestra all’interno della Villa Dante di Messina, determinata dalla mancata posa della lastra posta sulla ringhiera delimitativa del corridoio stesso.
Dopo ben tre gradi di processo penale, con un primo grado lunghissimo e molto complesso, deciso dall’allora Giudice monocratico Dott. Alfredo Sicuro, nei quali i genitori ed i fratelli del piccolo Alessandro sono stati assistiti dall’Avv. Gaetano Picciolo, finalmente, il Tribunale di Messina, con sentenza N. 1801/2023 pronunciata dal dott. Mauro Mirenna, ha posto la parola fine alla vicenda risarcitoria in sede civile. Sono stati condannati il funzionario comunale Francesco Fagioli e il Comune di Messina a risarcire ai suddetti i danni nella misura complessiva solo per sorte capitale di 822.576 euro (le somme liquidate in sentenza piu’ la provvisionale di 250.000 euro liquidata definitivamente dalla Corte d’Appello in sede penale), oltre interessi legali dal 2005 all’effettivo pagamento e tutte le spese legali liquidate sia in sede penale che in sede civile. In sede civile, hanno patrocinato l’Avv. Gaetano Picciolo e l’Avv. Marco Iacono.