Gli abusi sono avvenuti su un materasso tra la spazzatura
Hanno stuprato una donna dominicana di 36 anni, adescata alla fermata dell’autobus, nei pressi di piazza Alcalà a Catania. Con questa accusa la Polizia di Stato ha arrestato due uomini.
La vittima della violenza si stava riparando dal freddo e dal vento sotto ad una pensilina. Successivamente è stata avvicinata da un uomo di 39 anni, originario di Augusta nel siracusano. Questi le ha proposto di ripararsi sotto gli archi del viadotto che si affacciano sulla piazza.
Vista la diffidenza della donna, l’uomo ha cercato di carpire la sua buona fede, spacciandosi per un conoscente del fidanzato.
A quel punto, la 36enne si è lasciata convincere, credendo nell’aiuto dell’uomo che l’ha portata in una zona dove abitualmente dormiva, tra spazzatura di ogni genere.
È qui che l’uomo ha manifestato la sua violenza, prima verbale, con ripetute avances, per poi scaraventarla sopra ad un materasso dove l’ha violentata.
L’orrore, però, non è finito lì: dopo pochi secondi, infatti, un 28enne egiziano, si è lanciato su di lei. Nonostante la vittima pregasse l’uomo di fermarsi, anche lui l’ha stuprata per due volte.
Prima di abbandonarla, i due senza fissa dimora le hanno rubato il cellulare.
La donna, in lacrime e impaurita, è riuscita ad alzarsi e a fuggire, chiedendo aiuto in strada, riparandosi nel parcheggio dell’Amts di piazza Alcalà.
Qui uno dei vigilanti in servizio l’ha trovata visibilmente sotto choc e ha subito chiesto l’intervento della Polizia di Stato, attraverso il numero unico d’emergenza 112.
Gli agenti delle volanti della Questura di Catania sono giunti sul posto dove hanno raccolto le dichiarazioni della donna che è stata trasportata in ospedale, al pronto soccorso.
Ai poliziotti, la donna ha raccontato nei dettagli l’episodio, fornendo elementi utili a rintracciare i due violentatori che sono stati rintracciati proprio nei luoghi dove avevano consumato lo stupro.
Grazie al riconoscimento della vittima, i due sono stati bloccati e arrestati. Gli stupratori sono stati condotti in carcere in attesa del giudizio di convalida.