Accordi tra imprese e mafia per i lavori Superbonus 110%

Scoperto un accordo tra imprenditore e consorterie mafiose che segnalavano immobili da ristrutturare e garantivano protezione

Due elementi di spicco della consorteria mafiosa della famiglia dei barcellonesi avrebbero fatto un accordo con un imprenditore nell’ambito del superbonus 110%. I due avrebbero segnalato all’impresa gli immobili da ristrutturare garantendo protezione e ottenendo un compenso dalla stessa impresa edile. Inoltre la consorteria mafiosa avrebbe indicato alcune ditte a cui affidare i subappalti.

Al termine delle indagini, stamane i Carabinieri hanno arrestato un 22enne e un 66enne, di Barcellona P.G., giĂ  noti alle forze dell’ordine. I due, ritenuti appartenenti alla “famiglia dei barcellonesi”, dovranno rispondere di associazione di tipo mafioso e trasferimento beni aggravato dalle finalitĂ  mafiose.

I militari hanno notificato una informazione di garanzia a sette persone, tra cui imprenditori edili, indagati per “concorso esterno in associazione di tipo mafioso”.

L’indagine costituisce il prosieguo di un’attivitĂ  investigativa nei confronti della “famiglia dei barcellonesi”. Il 22 febbraio 2022, erano state eseguite misure cautelari nei confronti di 86 persone. Il sodalizio sarebbe stato operativo nella commissione di estorsioni e nel traffico di droga, nella gestione di bische clandestine e della prostituzione, nonchĂ© gli interessi nel settore dei prodotti ortofrutticoli.

Le indagini attuali hanno invece riguardato l’ambito dei lavoro di ristrutturazione edilizia con il Superbonus 110%.

Le attivitĂ  investigative avrebbero fatto emergere un vero e proprio accordo proposto da un imprenditore edile a un importante esponente della consorteria barcellonese. Il mafioso, con il sostegno del sodalizio, avrebbe favorito la sua societĂ , “pulita” ed economicamente attrezzata per rilevare il “credito fiscale” connesso al Superbonus edilizio.

L’imprenditore, in cambio della protezione, del sostegno e della “sponsorizzazione” del sodalizio mafioso nel reperimento degli immobili a Barcellona P.G. e dei comuni limitrofi, sui quali eseguire lavori di efficientamento energetico, corrispondeva somme di denaro ai componenti dell’organizzazione mafiosa. Questi per il “servizio” reso ottenevano altresì l’affidamento di subappalti in favore di ditte ad essa riconducibili o, comunque, contigue.

Dalle indagini è emerso che il 26enne e il 66enne avrebbero agito nel territorio di influenza della consorteria per segnalare gli edifici dove effettuare i lavori. Avrebbero quindi consententito alla ditta di accaparrarsi le commesse a Barcellona P.G., Pace del Mela, Furnari, Terme Vigliatore e Milazzo, con conseguenti maggiori profitti.

In cambio, i due soggetti avrebbero ricevuto dall’imprenditore laute provvigioni, mascherate tramite accrediti per non ben chiarite prestazioni d’opera.

I due arrestati, inoltre, dagli elementi emersi nell’indagine, avrebbero indicato all’imprenditore le ditte edili “gradite” al sodalizio mafioso, che dovevano essere individuate dall’impresa principale per i lavori in subappalto. I due avrebbero ricevuto la corresponsione anche da queste ultime di quote percentuali sui profitti, che poi sarebbero confluite all’esponente dei barcellonesi.

Nel corso dell’attivitĂ  investigativa, è stata documentata anche la costituituzione di un’impresa edile, fittiziamente intestata a un prestanome, ma di fatto riconducibile all’esponente mafioso.

L’impresa fittiziamente intestata sarebbe stata coinvolta direttamente nello svolgimento dei lavori da parte della ditta principale con la conseguente percezione dei relativi introiti, che costituivano un ulteriore canale di corresponsione dei profitti illeciti in favore dell’esponente mafioso e degli appartenenti alla cosca mafiosa.

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